Cuore di Città Bassa

Cuore di Città Bassa

Descrizione

Bergamo Bassa è spesso sinonimo di città moderna, veloce, e parte di lei sfoggia davvero quel taglio di vita “futurista”; ma, proprio come un prisma, possiede tante altre sfaccettature da mostrarti.

Unisciti a noi in questo itinerario attraverso i suoi quartieri del post-Novecento, le vie dello shopping, gli incroci della rush hour e i borghi rinascimentali - quasi una città nella città - coi loro teatri e maestosi edifici sospesi fra Seicento e Neoclassicismo. Ti aspetta una giornata di svago a metà fra la passeggiata easy, il culturale e il poetico.


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Bergamo Bassa è spesso sinonimo di città moderna, veloce, e parte di lei sfoggia davvero quel taglio di vita “futurista”; ma, proprio come un prisma, possiede tante altre sfaccettature da mostrarti.

Unisciti a noi in questo itinerario attraverso i suoi quartieri del post-Novecento, le vie dello shopping, gli incroci della rush hour e i borghi rinascimentali - quasi una città nella città - coi loro teatri e maestosi edifici sospesi fra Seicento e Neoclassicismo. Ti aspetta una giornata di svago a metà fra la passeggiata easy, il culturale e il poetico.


Da Porta Nuova alla Chiesa di Santo Spirito

Il punto di partenza è il crocevia di Bergamo per eccellenza: Largo di Porta Nuova. Qui inizi con una veduta d’eccezione, Città Alta incorniciata dai Propilei, i due tempietti che marcano quello che in epoca medievale era l’accesso principale delle mura.

Da qui prosegui lungo viale Papa Giovanni XXIII, oltre il Monumento al Partigiano, e raggiungi il Sentierone. Questo viale alberato è la passeggiata bergamasca per eccellenza; imboccalo e, poco dopo, alla tua destra potrai ammirare il Teatro Donizetti, costruito sul finire del ‘700 e dedicato all’omonimo compositore, una delle figure più rappresentative della città.

In fondo al viale incontri invece la cinquecentesca Chiesa dei SS. Bartolomeo e Stefano, che conserva la magnifica pala Martinengo, il più grande dipinto realizzato da Lorenzo Lotto.

A destra della chiesa inizia via Tasso, una delle vie storiche di Bergamo, originariamente abitata dalla comunità valdese che qui si era trasferita per commercio dalla Svizzera. Percorrila tutta e, all’incrocio con via Pignolo, ecco un secondo famoso edificio di culto: la particolarissima chiesa di Santo Spirito, che conserva un altro capolavoro del Lotto.

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Il punto di partenza è il crocevia di Bergamo per eccellenza: Largo di Porta Nuova. Qui inizi con una veduta d’eccezione, Città Alta incorniciata dai Propilei, i due tempietti che marcano quello che in epoca medievale era l’accesso principale delle mura.

Da qui prosegui lungo viale Papa Giovanni XXIII, oltre il Monumento al Partigiano, e raggiungi il Sentierone. Questo viale alberato è la passeggiata bergamasca per eccellenza; imboccalo e, poco dopo, alla tua destra potrai ammirare il Teatro Donizetti, costruito sul finire del ‘700 e dedicato all’omonimo compositore, una delle figure più rappresentative della città.

In fondo al viale incontri invece la cinquecentesca Chiesa dei SS. Bartolomeo e Stefano, che conserva la magnifica pala Martinengo, il più grande dipinto realizzato da Lorenzo Lotto.

A destra della chiesa inizia via Tasso, una delle vie storiche di Bergamo, originariamente abitata dalla comunità valdese che qui si era trasferita per commercio dalla Svizzera. Percorrila tutta e, all’incrocio con via Pignolo, ecco un secondo famoso edificio di culto: la particolarissima chiesa di Santo Spirito, che conserva un altro capolavoro del Lotto.

1Porta Nuova

Il modo migliore di arrivare a Bergamo è prendere il treno: uscendo dalla stazione, la città si mostra subito nella sua meraviglia. La vista segue una linea netta che arriva fino a Porta Nuova, fulcro della Città Bassa. Alzando appena la testa, lo sguardo si spalanca sul profilo maestoso e perfetto dei colli della Città Alta.

Nel 1837, il vecchio portello incastonato nelle Muraine, poderose fortificazioni del Quattrocento che circondavano i colli e scendevano fino alla Città Bassa e ai borghi, viene sostituito da un cancello di ferro che apre una breccia nella cinta muraria: è la porta Nuova. Questo luogo costituisce per un lungo periodo l'ingresso principale alla zona di Bergamo dedita al commercio e agli affari. Ancora oggi, rappresenta lo snodo principale attorno a cui si estendono i principali assi viari e monumentali di Città Bassa.

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2Sentierone e centro Piacentiniano

Il centro della Bergamo contemporanea è il luogo ideale per passeggiare all’insegna dello shopping, del divertimento, dell’arte e della storia!

Questo magnifico tratto di strada secolare è l’elegante Centro Piacentiniano, un incredibile complesso architettonico che un tempo ospitava l’antica fiera cittadina. Questa antica atmosfera è rievocata grazie alle tantissime manifestazioni e alle bancarelle tipiche che in ogni periodo dell’anno animano con colori e profumi il centro cittadino. Procedendo lungo il corso del Sentierone, costeggiando la fila di imponenti castagni e oltrepassando i propilei di Porta Nuova, si arriva fino a via XX Settembre, su cui si affaccia Palazzo Frizzoni, sede del Comune.

Da qui in avanti dovrai solo lasciarti trasportare dalla frenesia della vita locale: ad attenderti troverai boutique e negozi di ogni tipo, scorci e vicoletti di una bellezza rara, il tutto all’insegna dello svago. E per finire, perché non concedersi un caffè o un aperitivo con uno dei locali che animano quest’angolo di città?

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3Teatro Donizetti

Il Teatro Donizetti copre una superficie complessiva di 3200 mq. La sala mantiene il disegno originario del 1786: misura 360 mq ed è capace di 532 posti (poltrone). I palchi, suddivisi in tre file, sono 102 per un totale di 1154 posti complessivi.

Puoi facilmente comprendere la magnificenza di questo edificio e lo stupore che provocò ai bergamaschi che lo videro sorgere in un epoca in cui esistevano solo piccoli teatri provvisori in legno.

Al centro della sala pende un enorme scintillante lampadario di cristallo con ben 78 lampade, oltre alle fonti luminose dei palchi.

Per la distribuzione ed armonia del suono può essere considerato fra i migliori d'Italia.

Chiamato in origine “Riccardi”, dal nome del suo costruttore, questo Teatro è però soprattutto il luogo in cui le opere – più di 70! - del grande maestro bergamasco Gaetano Donizetti vengono fatte conoscere e apprezzare ai suoi concittadini.

Immagina l’emozione di Donizetti che viene investito da un’ovazione affettuosa e sentita da parte del pubblico presente a teatro durante l’opera L’esule di Roma. Questa consacrazione avviene nel 1840; Donizetti morirà per malattia a Bergamo, sua città natale, pochi anni dopo, nel 1848.

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4Chiesa dei SS. Bartolomeo e Stefano

Al termine del braccio orientale del Sentierone potrai visitare la Chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano, edificata per l’Ordine dei Domenicani nella prima metà del XVII secolo su disegno dell’architetto Antonio Maria Caneva.

Quello dei Domenicani non è stato  il primo Ordine religioso che ha abitato questi luoghi, il sito in precedenza apparteneva infatti ad una comunità dell’Ordine degli Umiliati.

La struttura al tempo era più complessa e comprendeva una chiesa e le case coloniche. Osservando l’esterno della Chiesa, potrai invece notare le successive epoche di edificazione dell’edificio: la facciata di imitazione barocca è stata rifatta nel 1897, il portico esterno sulla sinistra nel 1942 e il lato su Via Tasso è ottocentesco.

Varcata la soglia, troverai un’unica navata con cinque cappelle per ogni lato. Il coro è decorato da tarsie cinquecentesche e, dietro l’altare maggiore… finalmente potrai ammirare la famosissima Pala Martinengo di Lorenzo Lotto, risalente al 1516.

 

 

 

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5Palazzo della Provincia

Dopo l'Unita' d'Italia, segna il trasferimento dei poteri politici dalla Citta' Alta alla Citta' Bassa. Il progetto e' di Pier Antonio Preda, gli altorilievi sulla facciata sono di Pagani, Ceruti e Maironi, mentre all'interno si trovano gli affreschi a soggetto mitologico opera di Giovan Battista Castello.

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6Chiesa di Santo Spirito

Difficilmente, camminando lungo la centrale via Tasso in Bergamo bassa, rimarrai impassibile di fronte alla facciata rustica di questa chiesa, dominata da un’imponente scultura in bronzo che rappresenta la discesa dello Spirito Santo che incombe sul sagrato.

La struttura originaria dell’edificio faceva parte di un complesso monastico trecentesco: il desiderio di un folto gruppo di ricchi mercanti del Cinquecento di affermare il proprio status sociale non più solo attraverso i palazzi ma addirittura tramite una chiesa, la trasformò profondamente.

La ristrutturazione della chiesa fu molto elaborata e vi lavorarono, in epoche diverse, i due maggiori architetti bergamaschi: Pietro Isabello nel Cinquecento e Gian Battista Caniana nel Settecento.

Un’imponente navata centrale ti accoglierà all’ingresso, con cinque cappelle per lato: nella quarta sulla destra non perderti la meravigliosa Pala (olio su tavola) del Maestro del Rinascimento italiano Lorenzo Lotto, “Madonna con il Bambino, Santa Caterina d’Alessandria, Sant’Agostino, San Sebastiano e Sant’Antonio abate”, del 1521.

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Borgo Pignolo (dalla chiesa di S. Bernardino alla fontana del Delfino)

Via Pignolo è il fulcro del poliedrico Borgo Pignolo, dove passato e presente convivono armonicamente tra dimore signorili e laboratori artigianali. Lasciati Santo Spirito alle spalle e risali la via fino all’incrocio con via Verdi: qui, dall’altra parte della strada, ti aspetta un’altra chiesa d’eccezione, S. Bernardino, ad aula unica e d’aspetto neogotico sul cui altare campeggia un’altra splendida pala del Lotto.

Continua a risalire via Pignolo e incontrerai ben presto una delle più prestigiose location cittadine, Palazzo Agliardi, ancora oggi abitato dalla famiglia dei Conti Agliardi.

Quasi di fronte, ecco una delle tre chiese dedicate al santo patrono di Bergamo, S. Alessandro in Croce, che merita sicuramente una visita. Poco oltre trovi la fontana scultorea detta “del Delfino”, un breve detour per vedere una delle piazzette più pittoresche della città. 

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Via Pignolo è il fulcro del poliedrico Borgo Pignolo, dove passato e presente convivono armonicamente tra dimore signorili e laboratori artigianali. Lasciati Santo Spirito alle spalle e risali la via fino all’incrocio con via Verdi: qui, dall’altra parte della strada, ti aspetta un’altra chiesa d’eccezione, S. Bernardino, ad aula unica e d’aspetto neogotico sul cui altare campeggia un’altra splendida pala del Lotto.

Continua a risalire via Pignolo e incontrerai ben presto una delle più prestigiose location cittadine, Palazzo Agliardi, ancora oggi abitato dalla famiglia dei Conti Agliardi.

Quasi di fronte, ecco una delle tre chiese dedicate al santo patrono di Bergamo, S. Alessandro in Croce, che merita sicuramente una visita. Poco oltre trovi la fontana scultorea detta “del Delfino”, un breve detour per vedere una delle piazzette più pittoresche della città. 

7Chiesa di San Bernardino

Probabilmente eretta dopo le due visite del santo in città (1419-1422), sorge all’imbocco di via Pignolo. Riconsacrata dal vescovo nel 1593, forse dopo un radicale restauro, fu ornata progressivamente.

Tra Otto e Novecento acquista l’attuale foggia neogotica. Si presenta ad aula unica scandita da 5 campate e facciata a capanna. La pala dell’altare maggiore è opera di Lorenzo Lotto (1521).

 

La chiesa è gestita dalla Parrocchia di Sant’Alessandro in Croce, che la apre gratuitamente grazie alla collaborazione dei volontari del Touring Club Italiano, dal 5 marzo 2024 è temporaneamente chiusa per controlli strutturali.

 

 

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8Chiesa di Sant'Alessandro della Croce

Percorrendo la lunga via Pignolo, strada medievale di Bergamo che collega la Città Bassa all’inizio di quella Alta, arriverai improvvisamente ad uno slargo su cui si affaccia la Chiesa di Sant’Alessandro della Croce.

La leggenda narra che la sua prima edificazione risalga addirittura ai tempi del martirio di Alessandro nel IV secolo; tra il Seicento e il Settecento viene completata internamente, mentre la facciata, rimasta incompiuta, è posteriore e realizzata soltanto nel 1922.

Prende il nome “della Croce” perché costruita all’incrocio di quattro borghi medievali.

È dotata di uno dei più significativi corredi pittorici di Bergamo, di cui ti segnaliamo, tra le altre, due opere di Gian Battista Moroni; "Incoronazione della Vergine" collocata nella controfacciata e la "Crocifissione con i Santi Sebastiano, Giovan Battista e un devoto" nelle sagrestie.

Tre cappelle per parte si aprono slanciate sui lati della navata: nella prima cappella troverai l’urna vuota di quella che fu la tomba di Sant’Alessandro, le cui spoglie sono ora custodite nella Cattedrale di Bergamo alui dedicata.

Nella seconda cappella di destra, invece, potrai ammirare un altare composto esclusivamente di marmi preziosi, intarsiati e policromi, realizzato dal maestro Andrea Fantoni nel 1729. Un’opera unica per l’epoca ed espressione di grande maestria artigianale.

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9Palazzo Agliardi

Sorge nell’antico borgo Pignolo vicino a Porta S. Agostino e all’Accademia Carrara, in uno dei borghi ove nel Cinquecento importanti famiglie di nobili e mercanti fecero erigere le proprie dimore.

Fatto costruire nel 1500 da Alessandro Martinengo Colleoni, il palazzo fu ristrutturato nel 1741 dall'architetto Caniana.

Dal 1845 è di proprietà dei Conti Agliardi.

All'interno, un salone centrale, fiancheggiato da quattro sale, presenta preziosi affreschi settecenteschi di C. I. Carloni e F. Ferrario. Dalle sale si accede ad un suggestivo giardino pensile e alle scuderie.

Il palazzo è disponibile per eventi aziendali, matrimoni, feste private, set fotografici, pranzi o cene per gruppi e visite guidate.

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10Fontana del Delfino

Un tuffo nelle acque profonde nel cuore di Bergamo bassa: com’è possibile?

Grazie alla splendida Fontana del Delfino dove, su una stele, un possente tritone dalle due code di pesce cavalca un delfino da cui zampilla l’acqua, come dalle bocche delle due maschere di divinità marine scolpite sui fianchi della colonna.

Gira attorno a questa fontana per apprezzare, da ogni punto di vista, la sinuosità delle linee che suggeriscono le movenze del tritone.

Sul frontone della Fontana del Delfino invece potrai osservare una targa in rilievo che rappresenta una grossa pigna, simbolo dell’antica contrada di Pignolo, uno dei borghi più antichi e caratteristici di Bergamo: nel medioevo infatti, prima dell’erezione delle mura venete nel Cinquecento, questa zona doveva abbracciare ampi e rigogliosi boschi di conifere, il cui frutto è appunto la pigna.

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Dal Palazzo delle Poste a Palazzo Frizzoni

Torna indietro per un breve tratto e percorri via Masone per un vero e proprio viaggio nel tempo, da antiche chiese all’Istituto delle Suore Orsoline di Gandino, fino al ritorno nella modernità. Alla fine della discesa ti attende il novecentesco Palazzo delle Poste, inaugurato nel 1932 su progetto del Mazzoni.

Gira a sinistra e percorri via Locatelli fino all’incrocio con via Monte Grappa: da qui hai un accesso panoramico a Piazza Dante, parte del grande Centro Piacentiniano progettato negli anni ‘20 del ‘900 dall’architetto Marcello Piacentini. Nello spazio interrato trovi anche l’ex-Diurno, un tempo rifugio antiaereo e ora, come già nel periodo post-bellico, luogo di ritrovo grazie alle attività che vi hanno sede.

L’itinerario continua nell’altra metà del Centro: imbocca l’uscita all’opposto di via Monte Grappa, attraversa la strada e trovi subito la Torre dei Caduti, seguita dal bellissimo Chiostro di Santa Marta. Poco oltre sorge Palazzo Frizzoni, un tempo palazzo di una delle più ricche famiglie protestanti di Bergamo, e oggi sede del municipio.

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Torna indietro per un breve tratto e percorri via Masone per un vero e proprio viaggio nel tempo, da antiche chiese all’Istituto delle Suore Orsoline di Gandino, fino al ritorno nella modernità. Alla fine della discesa ti attende il novecentesco Palazzo delle Poste, inaugurato nel 1932 su progetto del Mazzoni.

Gira a sinistra e percorri via Locatelli fino all’incrocio con via Monte Grappa: da qui hai un accesso panoramico a Piazza Dante, parte del grande Centro Piacentiniano progettato negli anni ‘20 del ‘900 dall’architetto Marcello Piacentini. Nello spazio interrato trovi anche l’ex-Diurno, un tempo rifugio antiaereo e ora, come già nel periodo post-bellico, luogo di ritrovo grazie alle attività che vi hanno sede.

L’itinerario continua nell’altra metà del Centro: imbocca l’uscita all’opposto di via Monte Grappa, attraversa la strada e trovi subito la Torre dei Caduti, seguita dal bellissimo Chiostro di Santa Marta. Poco oltre sorge Palazzo Frizzoni, un tempo palazzo di una delle più ricche famiglie protestanti di Bergamo, e oggi sede del municipio.

11Palazzo delle Poste

Lampade di vetro soffiato, pavimenti in marmo, arredi ricercati e portali in legno arricchiti da materiali rari come l’alabastro, sicuramente il Palazzo delle Poste è uno dei complessi più notevoli della città.
Esempio di architettura all’avanguardia del Novecento, ancora oggi non rimarrai indifferente alle linee architettoniche di questo edificio, esito di un sapiente intervento di riqualificazione urbana dei primi decenni del secolo scorso: la mole lo rende riconoscibile anche a distanza, e passeggiando lungo il Sentierone una deviazione per ammirarne la costruzione è assolutamente obbligatoria!

Seguendone il suo perimetro rimarrai affascinato dalle statue che coronano la fontana esterna, una vasca splendidamente ornata di mosaici.

La torre del Palazzo delle Poste è il tocco finale, ben visibile da lontano anche la sera grazie alle luci rosse che illuminano inconfondibilmente le lancette dell’orologio.

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12Palazzo o Casa della Libertà

Noto un tempo come Casa Littoria, dedicata all'eroe cittadino Antonio Locatelli e sede altamente simbolica del Partito Fascista locale, il Palazzo della Libertà si trova nel cuore di Città Bassa.

Funge da quinta scenografica e monumentale all’omonima Piazza, creata durante il piano di riqualificazione dell'area ove sorgeva l'antico Ospedale S. Marco, demolito negli anni ‘30 del Novecento.
Nel 1936, per ridefinire al meglio questo spazio rimasto vuoto, fu indetto un concorso: la commissione giudicatrice - di cui faceva parte anche Marcello Piacentini, autore del magnifico Centro Piacentiniano - decise di assegnare il primo premio al progetto dell'architetto Alziro BergonzoLa piazza fu aperta alla cittadinanza il 28 ottobre 1939, anniversario della marcia su Roma, con la speranza che l’anno successivo Mussolini potesse inaugurarla ufficialmente, cosa che non accadde.
Divenuta proprietà del Demanio statale nel dopoguerra, divenne la Casa della Libertà e fu destinata a sede di vari enti e associazioni, con notevoli trasformazioni interne.
Dal 2017, il Comune di Bergamo ha ottenuto i permessi per l'utilizzo di spazi al piano terra.

Il corpo architettonico è completamente rivestito in marmo bianco-rosato di Zandobbio. La facciata principale, posta su Piazza Libertà, è costituita da un imponente porticato di dodici pilastri d’ordine gigante; sull’architrave campeggia la dedica “Ad Antonio Locatelli, tre volte medaglia d’oro, eroe della Guerra e della Rivoluzione”.
La scala d’accesso è decorata da sei bassorilievi di Edoardo Villa, raffiguranti vari protagonisti della storia bergamasca. Tramite la scala si accede all'atrio monumentale, originariamente illuminato da vetrate e da un lucernario; sulla parete che lo separa dall'ex-Salone della vecchia guardia (ora auditorium) si può ammirare la Vita eroica di Antonio Locatelli, realizzata da Antonio Giuseppe Santagata nel 1940. Oltre al salone, al piano terra erano originariamente ubicati il sacrario, i servizi amministrativi e tecnici. Il primo piano ospitava gli uffici del Federale e quelli della Segreteria politica; quelli superiori accoglievano le sedi di alcune organizzazioni del partito.

Fra le particolarità dell’edificio vi è il fatto che Alziro Bergonzo non progettò soltanto la parte architettonica, ma anche gli arredi degli uffici, la cui destinazione d'uso era già prevista nel bando di concorso.
Fra gli artisti che lavorarono all'apparato decorativo spiccano i nomi di Leone Lodi (1900-1974), Nino Galizzi (1891-1975) e il già citato Edoardo Villa (1915-2011) per le sculture, Contardo Barbieri (1900-1966), Arnaldo Carpanetti (1898-1969), Gianfilippo Usellini (1903-1971) e Domenico Rossi (1911-1955) per le pitture.

Il Palazzo ha con la piazza antistante uno stretto rapporto spaziale e decorativo. Proprio di fronte, al centro della partizione geometrica che lega idealmente tutti gli edifici circostanti, domina la fontana ottagonale opera di Claudio Nani, il cui corpo dialoga con le forme e i colori del Palazzo. Sul lato sinistro è posta inoltre la grande statua di Elia Ajolfi, I doni della terra (1999).

Il palazzo è una delle maggiori opere novecentesche realizzate a Bergamo.

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13Piazza Dante

Spazio cardine del centro cittadino, Piazza Dante si apre dietro al quadriportico del Sentierone e ospita ai suoi lati il Palazzo della Procura e l'edificio della Camera di Commercio.
 
Nel 1700, su progetto di Giovan Battista Caniana, ospitava l’antica fiera di Sant’Alessandro con le sue 540 botteghe. Negli anni 20 del '900 fu riqualificata da Piacentini, che progettò l’intero complesso del Sentierone insieme alle altre due piazze centrali Vittorio Veneto e Matteotti. Al suo centro oggi campeggia una fontana in marmo di Zandobbio raffigurante Nettuno circondato da tritoni e cavalli marini.
 
Al di sotto di Piazza Dante, che è stata oggetto di un recentissimo restauro, si sviluppa la sua controparte sotterranea. Non tutti sanno che sotto la pavimentazione fu realizzato un rifugio antiaereo che, alla fine del secondo conflitto mondiale, venne riconvertito in albergo diurno: circa 1200 metri quadrati di spazio coperto con una grande cupola centrale, uno spazio sociale dove ci si prendeva cura di sé. Ci si potevano trovare bagni pubblici, un barbiere, un calzolaio, una libreria, un bar e un grande salone dove si giocava al biliardo. 
L’albergo diurno è rimasto chiuso per circa quarant'anni, dal 1978 fino a oggi, quando è stato riqualificato insieme alla piazza. A breve verrà reinaugurato e ospiterà attività di intrattenimento, spettacoli e locali che si occuperanno di ristorazione offrendo dalla colazione all’after dinner.
 
 
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14Sentierone e centro Piacentiniano

Il centro della Bergamo contemporanea è il luogo ideale per passeggiare all’insegna dello shopping, del divertimento, dell’arte e della storia!

Questo magnifico tratto di strada secolare è l’elegante Centro Piacentiniano, un incredibile complesso architettonico che un tempo ospitava l’antica fiera cittadina. Questa antica atmosfera è rievocata grazie alle tantissime manifestazioni e alle bancarelle tipiche che in ogni periodo dell’anno animano con colori e profumi il centro cittadino. Procedendo lungo il corso del Sentierone, costeggiando la fila di imponenti castagni e oltrepassando i propilei di Porta Nuova, si arriva fino a via XX Settembre, su cui si affaccia Palazzo Frizzoni, sede del Comune.

Da qui in avanti dovrai solo lasciarti trasportare dalla frenesia della vita locale: ad attenderti troverai boutique e negozi di ogni tipo, scorci e vicoletti di una bellezza rara, il tutto all’insegna dello svago. E per finire, perché non concedersi un caffè o un aperitivo con uno dei locali che animano quest’angolo di città?

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15Torre dei caduti

Superati i propilei di Porta Nuova, nel cuore della città bassa svetta il monumento dedicato alla memoria dei caduti della Grande Guerra.

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16Chiostro S. Marta

A volte i tesori più nascosti sono anche i più belli. Ne è un esempio il Chiostro di Santa Marta: nonostante sia poco visibile dall’esterno, questo chiostro custodisce due capolavori scultorei di assoluto valore: una statua, il “Cardinale Seduto”, del celebre scultore bergamasco Giacomo Manzù e un monolito del grande artista Anish Kapoor.

Il luogo in sé è suggestivo e i giochi di luce creati da colonne e capitelli creano un’oasi di pace ed eleganza.

Ha ben più di seicento anni, ma certo i secoli non ne hanno mutato il fascino: camminando tra i suoi porticati avrai la sensazione di essere trasportato fuori dal tempo.

Questo incantevole angolo nascosto, un tempo parte di un convento ormai distrutto, è raggiungibile tramite la Galleria Crispi, che affaccia direttamente su piazza Vittorio Veneto. 

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17Palazzo Frizzoni

Il palazzo porta il nome del committente, Enrico Frizzoni, che da volontà testamentarie lo volle destinare a sede del Municipio. Opera di Rodolfo Vantini, il palazzo fu realizzato tra il 1836 e il 1840 in stile neoclassico: riprendono infatti dell'architettura greco-romana le dodici lesene corinzie che dividono le finestre della facciata, così come il portico con le otto colonne ioniche che troverai una volta varcato l'ingresso.

In occasione delle iniziative celebrative istituzionali, avrai la possibilità di visitare anche gli interni dell'edificio! Al termine dello scalone, troverai la sala adibita alle riunioni del consiglio. Accedendo invece alla Sala degli Specchi, potrai invece ammirare il meraviglioso pavimento a mosaico, con al centro lo stemma Frizzoni, composto da due frecce legate da un nastro.

Al piano terra, nella Galleria dei Cardinali troverai i ritratti di cardinali bergamaschi, tra cui anche Angelo Roncalli, diventato Papa Giovanni XXIII. Palazzo Frizzoni è anche una pinacoteca: ospita infatti 80 quadri provenienti dall'Accademia Carrara.

 

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Via S. Alessandro (dalla chiesa di S.Alessandro al Monastero di S. Benedetto)

Dopo Palazzo Frizzoni, gira a destra e percorri via Borfuro. Anche questa via, oggi in gran parte moderna grazie a negozi e ristrutturazioni, ha una lunga storia, in parte legata sempre a quella comunità valdese che qui, al n. 14, celebrava il proprio culto al’interno della casa dei Mariton, parenti dei Blondel cui il Manzoni si sarebbe legato sposando Enrichetta.

La strada confluisce a metà via S. Alessandro, altra via storica del centro. Se giri a destra puoi fare una breve deviazione e vedere non solo il rinascimentale convento di S. Benedetto, ancora oggi sede di una comunità religiosa, ma anche l’ex-Chiesa di S. Maria Maddalena, dove spesso si tengono mostre ed eventi culturali.

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Dopo Palazzo Frizzoni, gira a destra e percorri via Borfuro. Anche questa via, oggi in gran parte moderna grazie a negozi e ristrutturazioni, ha una lunga storia, in parte legata sempre a quella comunità valdese che qui, al n. 14, celebrava il proprio culto al’interno della casa dei Mariton, parenti dei Blondel cui il Manzoni si sarebbe legato sposando Enrichetta.

La strada confluisce a metà via S. Alessandro, altra via storica del centro. Se giri a destra puoi fare una breve deviazione e vedere non solo il rinascimentale convento di S. Benedetto, ancora oggi sede di una comunità religiosa, ma anche l’ex-Chiesa di S. Maria Maddalena, dove spesso si tengono mostre ed eventi culturali.

18Chiesa di Sant'Alessandro in colonna

Si narra che Sant’Alessandro, patrono di Bergamo, venne decapitato proprio nel luogo dove oggi sorge questo imponente pilastro. Ricomposto nel 1618 con frammenti di pietra risalenti a monumenti di epoca romana, esso rappresenta anche l’unica testimonianza della cattedrale dedicata al Santo nel IV secolo e poi demolita.

La chiesa che puoi vedere oggi, e sul cui sagrato si innalza la colonna risale al 1447, assunse la struttura attuale solo nei primi del Settecento; il campanile invece è stato terminato nel Novecento.

All'interno troverai un’unica navata con ben 4 cappelle per lato: se non sei scaramantico, puoi visitare la cappella della Beata Vergine del Patrocinio, edificata sul luogo in cui sorgeva un antico cimitero.

Inoltre, ti aspettano numerose opere d’arte custodite nelle cappelle e nelle sagrestie, tra cui lo splendido dipinto di Lorenzo Lotto "Compianto su Cristo morto", raro esempio di tempera su tela, del 1520-1521.

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19Ex Chiesa S. Maria Maddalena

Sguardi compassionevoli accoglievano chi dimorava nell’ospedale costruito a fianco della Chiesa di Santa Maria Maddalena: cercali nel portale della facciata e li troverai negli angeli posti a sostegno dell’architrave e nella Maddalena dipinta nella lunetta.

Il complesso di edifici risale alla metà del Trecento, quando la scuola dei Disciplini Bianchi (laici riuniti in congregazioni e confraternite che si sottoponevano a una vita di preghiera e di penitenza,) costruì la chiesa e l’attiguo ospedale per aiutare i bisognosi, che a quel tempo erano in gran numero.

Questa istituzione durò quasi cinque secoli, subendo cambi di destinazione e modificazioni murarie: sono però rimaste intatte nel loro aspetto originario la chiesa e la porta con arco a sesto acuto che si affaccia su un piccolo cortile a cui si accede da via Sant’Alessandro.

Nel Settecento venne costruito un chiostro con porticato su quattro lati e loggiato: inusuale l’effetto d’insieme perché le cornici, le balaustre, i capitelli rimandano a uno stile cinquecentesco e non barocco, come sarebbe tipico dell’epoca di costruzione.

La chiesa, vincolata dai Beni Architettonici, è attualmente sconsacrata e viene adibita a mostre e convegni.

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20Monastero di San Benedetto

Il complesso del Monastero San Benedetto, che comprende il monastero e la chiesa, si trova appena al di sotto delle mura veneziane, in quello che un tempo era il borgo di Santo Stefano, l’odierna via S. Alessandro.

Santa Maria Novella, in origine fondazione umiliata, passò nel sec. XIV alle benedettine di S. Giuliano di Bonate. Le monache benedettine di Valmarina (se ne ha notizia dal 1153) si trasferirono dal contado il secolo successivo, stabilendosi poco sotto, sempre lungo via S. Alessandro (il Rizolo). Si sa che nel 1448 fu eretta una piccola chiesa, dedicata tre anni dopo a san Benedetto; ne rimangono tracce architettoniche sul lato di via S. Alessandro.
Dopo il 1493 le due Comunità si unirono e il nuovo nucleo crebbe rapidamente. Nel 1504 iniziò la costruzione della nuova chiesa; già nel 1516 risultavano necessari dei restauri, a causa del cedimento di una parete. Il nuovo progetto venne affidato all’architetto bergamasco Pietro Cleri detto Isabello, che già si era occupato della risistemazione della cappella interna delle monache, affrescata negli anni 1510-15 da Jacopino de’ Scipioni e bottega, in seguito trasformata in sacrestia maggiore.

Nel corso del Settecento la chiesa visse ulteriori cambiamenti ma, con l’avvento della Repubblica Cisalpina nel 1797 e la soppressione degli Ordini religiosi, il monastero fu chiuso e i suoi arredi liturgici - fra cui un altare d’argento, paramenti e numerose suppellettili - furono requisite dall’autorità napoleonica. Alle pale d’altare toccò la stessa sorte, infatti sia l'Assunta di Gianbattista Moroni sia il S. Stefano di Calisto Piazza furono trasferiti al Museo di Brera.
Nonostante la situazione, le monache poterono restare a vivere nel monastero, pur se con una vita comunitaria molto limitata. Il monastero tornò ad essere tale, di nome e di fatto, con il ripristino del 10 maggio 1827.

In tempi molto più recenti, il monastero è tornato a svelare dettagli della propria storia grazie ad alcuni lavori all’interno della sacrestia - con il ritrovamento del lacerto d’affresco della miracolosa Madonna del pianto, che ha permesso di individuare l’antico sito del presbiterio orientato - e alla pavimentazione, eseguiti negli anni Ottanta del secolo scorso.

 

Il chiostrino di San Benedetto

Lungo via S. Alessandro si apre il chiostro porticato di San Benedetto, che si presenta come elegante ingresso al Monastero. Realizzato da Pietro Isabello, presenta una pianta rettangolare su sei archi a tutto sesto, sorretti su tre lati da colonne in arenaria. Nelle dodici lunette spiccano altrettanti affreschi cinquecenteschi di Cristoforo Baschenis il Giovane, che ripercorrono la vita di San Benedetto. 
Il chiostrino costituisce il passaggio tra l'esterno della struttura e il grande complesso monastico, dotato anche un accesso diretto alla chiesa.

 

La chiesa

La chiesa conserva ancora intatto il suo carattere cinquecentesco e presenta una facciata principale e una laterale tripartite da lesene; al centro della facciata principale campeggia un portale architravato, sormontato da un piccolo timpano. L’edificio ha pianta centrale e cupola racchiusa in un tiburio ottagonale. 
Il coro, chiuso da una transenna lignea e posto sopra all’elegante porticato, permetteva di seguire le celebrazioni al nuovo altare orientato a nord dall’Isabello.

All'interno sono conservate diverse opere d’arte degne di nota, quali una Madonna con Bambino e santi d’impostazione lottesca, eseguita da Lucano da Imola, e la pala con Il Miracolo dell'acqua che sgorga dall'arca dei santi Fermo, Rustico e Procolo di G. P. Cavagna (1621).
La pregevole cancellata in ferro battuto è del sec. XVII. Cattura l’attenzione il Comunicatoio in legno scolpito e dorato del ticinese Carabelli. Non rimane poi che alzare lo sguardo e ammirare la cupola affrescata da G. A. Orelli nel 1756, che presenta la scena dell’Incoronazione della Vergine Maria tra i santi Benedetto e Scolastica, e i Titolari delle diverse Comunità che man mano si unirono nel corso dei secoli al primitivo nucleo monastico.

 

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Borgo S. Leonardo

Via S. Alessandro bassa ti aspetta per l’ultimo tratto del percorso, pieno di brio fra antichi portici, negozi, ristoranti e caffetterie. Raggiungi Largo Rezzara, prosegui dritto fino alla bella Piazza Pontida e raggiungi Largo Cinque Vie. Sei nel cuore di Borgo San Leonardo, il borgo “a stella” che da secoli, grazie alla sua vocazione artigiana e commerciale, anima Bergamo con la propria vivacità. Musica, feste e festival come la Busker Night sono solo alcune delle sue attrattive! Una curiosità? Qui ha sede anche il famoso “Ducato di Piazza Pontida”, associazione goliardica di lungo corso che mantiene vive cultura, arte e folclore della città.

Per chiudere l’anello dell’itinerario, dopo aver esplorato a tuo piacimento lascia Largo Cinque Vie e imbocca via Zambonate fino al primo incrocio; gira a destra su via Quarenghi e subito su via Spaventa per scoprire altri negozi e attività locali.

Una volta tornato su via Zambonate, raggiungerai presto via Tiraboschi e Porta Nuova, da cui intraprendere nuove avventure!

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Via S. Alessandro bassa ti aspetta per l’ultimo tratto del percorso, pieno di brio fra antichi portici, negozi, ristoranti e caffetterie. Raggiungi Largo Rezzara, prosegui dritto fino alla bella Piazza Pontida e raggiungi Largo Cinque Vie. Sei nel cuore di Borgo San Leonardo, il borgo “a stella” che da secoli, grazie alla sua vocazione artigiana e commerciale, anima Bergamo con la propria vivacità. Musica, feste e festival come la Busker Night sono solo alcune delle sue attrattive! Una curiosità? Qui ha sede anche il famoso “Ducato di Piazza Pontida”, associazione goliardica di lungo corso che mantiene vive cultura, arte e folclore della città.

Per chiudere l’anello dell’itinerario, dopo aver esplorato a tuo piacimento lascia Largo Cinque Vie e imbocca via Zambonate fino al primo incrocio; gira a destra su via Quarenghi e subito su via Spaventa per scoprire altri negozi e attività locali.

Una volta tornato su via Zambonate, raggiungerai presto via Tiraboschi e Porta Nuova, da cui intraprendere nuove avventure!

21Borgo San Leonardo

Borgo San Leonardo è uno storico crocevia di Bergamo bassa. Arrivandoci si riconosce immediatamente grazie alla sua particolarissima conformazione, in cui ben 5 strade confluiscono in una sola piazza.

Se in passato questo luogo era un importante centro per il commercio cittadino, oggi invece Piazza Pontida è il fulcro di questo meraviglioso quartiere, luogo perfetto per godersi un fantastico aperitivo, circondati dalla caratteristica cornice offerta da pittoreschi e colorati edifici resi poetici dai segni del tempo, e concludere testando la cucina dei numerosi ristoranti della zona!

Passeggiando per le vie, noterai la traccia indelebile della vocazione artigiana di questo borgo, che ha lasciato una traccia ben visibile nel paesaggio urbano moderno sotto forma di piccole botteghe e porticati, oggi, perfetti per ospitare gli eventi che animano Borgo San Leonardo.

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22Piazza Pontida

Piazza Pontida è il fulcro del quartiere di San Leonardo, in cui confluiscono ben cinque strade.
Per diversi secoli questo spazio ha rappresentato la principale area commerciale di Bergamo: era infatti conosciuto anche come “Piazza della Legna”, proprio perché maggior luogo di scambio di questo materiale prezioso, proveniente in gran parte dalla Val Brembana. Col tempo, alle numerose botteghe si sono poi unite trattorie e caffè, che hanno occupato molti dei locali esistenti soprattutto tra l’Ottocento e il Novecento.
Oggi la piazza è il luogo perfetto per godersi un fantastico aperitivo, circondati da una pittoresca e caratteristica cornice di edifici colorati, sui cui volti il tempo è poesia resi. La giornata può concludersi al meglio provando la cucina dei numerosi ristoranti della zona!

Un’altra curiosità? Dai suoi porticati veglia sulla città il famoso Ducato di Piazza Pontida, l’antica associazione goliardica che custodisce le tradizioni, l’arte e il folclore della città di Bergamo. Il Ducato è anche l’organizzatore dell’imperdibile sfilata di mezza quaresima che si svolge ogni anno, da festeggiare in allegria tra gruppi in costume e gare per l’elezione della “vecchia più bella”.
Apre sempre la parata lo Smiciatöt, il Duca di Piazza Pontida!

 

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