La città verde

La città verde

Descrizione

Bergamo sa sorprenderti in mille modi, e uno dei meno conosciuti è forse proprio quanto sia ricca di natura. La ricchezza delle Prealpi Orobie, le sue campagne e ben sette colli a fondamenta fanno di lei una vera dama vestita di verde. Città Alta è oltretutto parte di una zona protetta - il Parco dei Colli - dal 1975, i cui sentieri si diramano fino ai comuni vicini.

Vuoi esplorare il lato naturalistico di Bergamo senza perderti bellezze storiche, panorami e piccoli segreti come le sue scalette medievali? Percorri questo giro ad anello e non te ne pentirai!


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Bergamo sa sorprenderti in mille modi, e uno dei meno conosciuti è forse proprio quanto sia ricca di natura. La ricchezza delle Prealpi Orobie, le sue campagne e ben sette colli a fondamenta fanno di lei una vera dama vestita di verde. Città Alta è oltretutto parte di una zona protetta - il Parco dei Colli - dal 1975, i cui sentieri si diramano fino ai comuni vicini.

Vuoi esplorare il lato naturalistico di Bergamo senza perderti bellezze storiche, panorami e piccoli segreti come le sue scalette medievali? Percorri questo giro ad anello e non te ne pentirai!


Da Largo Porta S. Alessandro alla Chiesa di San Vigilio

Il primo tratto ti conduce da Porta S. Alessandro alla collina di San Vigilio, che veglia da sempre sulla città e sulla pianura circostante. Puoi raggiungerla a piedi salendo da via San Vigilio oppure viaggiando sulla seconda funicolare storica della città, quella appunto di San Vigilio. Entrambi i percorsi sono molto panoramici. A te la scelta!

Dato che sei all’inizio di un percorso mediamente impegnativo, noi ti consigliamo la funicolare. Una volta raggiunta la stazione superiore, gira a destra e risali la stradina ciottolata fino al Castello di San Vigilio. Dall’omonimo parco, che ne custodisce le rovine storiche, avrai una visuale mozzafiato sul lato nord di Bergamo.

Una volta ridiscesa via al Castello, oltrepassa la funicolare e poco più avanti godrai di un secondo stupendo panorama, quello dalla terrazza della Chiesa di San Vigilio.

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Il primo tratto ti conduce da Porta S. Alessandro alla collina di San Vigilio, che veglia da sempre sulla città e sulla pianura circostante. Puoi raggiungerla a piedi salendo da via San Vigilio oppure viaggiando sulla seconda funicolare storica della città, quella appunto di San Vigilio. Entrambi i percorsi sono molto panoramici. A te la scelta!

Dato che sei all’inizio di un percorso mediamente impegnativo, noi ti consigliamo la funicolare. Una volta raggiunta la stazione superiore, gira a destra e risali la stradina ciottolata fino al Castello di San Vigilio. Dall’omonimo parco, che ne custodisce le rovine storiche, avrai una visuale mozzafiato sul lato nord di Bergamo.

Una volta ridiscesa via al Castello, oltrepassa la funicolare e poco più avanti godrai di un secondo stupendo panorama, quello dalla terrazza della Chiesa di San Vigilio.

1Porta Sant'Alessandro

La porta delle Mura Venete che guarda ad ovest è detta di Sant’Alessandro e costituiva l’accesso alla città per chi arrivava da Lecco e Como. Il suo nome deriva dalla vicina basilica dedicata al patrono di Bergamo e rasa al suolo nel corso del 1561, come ricorda una lapide posta accanto all’unica colonna superstite della basilica, per consentire la costruzione delle Mura. Attraversando la porta, s’incontra ancora oggi la “Colonna di Sant’Alessandro” che segnala il luogo esatto in cui sorgeva la cattedrale poi demolita. 

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2Funicolare S. Vigilio

Se sei già arrivato dal centro di Bergamo bassa alla Piazza Mercato delle Scarpe in Città Alta prendendo la prima funicolare, non fermare la tua risalita: avventurati sulla seconda e visita il colle di San Vigilio!
Questo impianto infatti conduce a una zona poco frequentata ma che vale davvero la pena di raggiungere essendo immersa nel verde e punto di partenza privilegiato di passeggiate all’interno del meraviglioso Parco dei Colli, area verde protetta di ben 4.700 ettari. Inaugurata il 27 agosto del 1912, viene ideata da Alessandro Ferretti, uno tra i maggiori ingegneri italiani dell’epoca, che progettò decine di ferrovie funicolari e ne realizzò una quindicina.
La funicolare di San Vigilio copre una lunghezza di 630 metri e un dislivello di 90, con una pendenza che va dal 10%, al 22%, e che garantisce un vasto panorama sui colli e sulla pianura cittadina e della provincia.

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3Castello S.Vigilio

Simbolo ben visibile del potere, il Castello di San Vigilio ha costituito per secoli la residenza dei diversi dominatori che si sono succeduti a Bergamo.

Situato a 496 metri d’altezza sul colle che gli dà il nome, sovrasta la Città Alta, motivo per cui in passato svolgeva una funzione strategica nel caso di attacchi nemici. Dalla sua sommità infatti puoi vedere il vicino monte Bastia e i paesi sottostanti dell'antica val Breno (oggi chiamati Valbrembo e Paladina), la spianata di Almenno, nota come Lemine, un tempo zona di grandissima importanza commerciale, e i borghi collocati lungo la strada che porta all'imbocco della Val Brembana.

Questo panorama tanto spettacolare quanto sterminato arriva ad abbracciare anche una vasta parte delle Prealpi. Molto suggestiva è la pianta dell’edificio che ricorda la forma di una stella, con annessi i quattro torrioni chiamati Castagneta, Belvedere, Del Ponte e San Vigilio.

I suoi sotterranei poi sono alquanto articolati: è stato rinvenuto anche un cunicolo, in parte percorribile che collega il Castello direttamente con la parte nord della cinta muraria dei colli, dentro il Forte San Marco.

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Un assaggio di medioevo fino al Tempio dei Caduti

La prossima tappa del tuo itinerario si trova alla base dello Scorlazzone, una delle scalette in gallettato (fondo a pietre spezzate tipico dei borghi montani) che nel medioevo rappresentavano il principale collegamento fra Bergamo Alta e Bergamo Bassa. Imbocca la viuzza a destra della Chiesa di San Vigilio e immergiti in un’atmosfera senza tempo, fra antiche case, giardini e scorci affascinanti.

Giunto alla fine, gira a destra e percorri a scendere un tratto di via Sudorno: poco oltre ti attende un altro piccolo tesoro nascosto, il Tempio dei Caduti. Costruito nel 1915 sui resti dell’antica chiesa di S. Maria di Sudorno (di cui conserva la pala d’altare), è dedicato ai soldati della Prima Guerra Mondiale.

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La prossima tappa del tuo itinerario si trova alla base dello Scorlazzone, una delle scalette in gallettato (fondo a pietre spezzate tipico dei borghi montani) che nel medioevo rappresentavano il principale collegamento fra Bergamo Alta e Bergamo Bassa. Imbocca la viuzza a destra della Chiesa di San Vigilio e immergiti in un’atmosfera senza tempo, fra antiche case, giardini e scorci affascinanti.

Giunto alla fine, gira a destra e percorri a scendere un tratto di via Sudorno: poco oltre ti attende un altro piccolo tesoro nascosto, il Tempio dei Caduti. Costruito nel 1915 sui resti dell’antica chiesa di S. Maria di Sudorno (di cui conserva la pala d’altare), è dedicato ai soldati della Prima Guerra Mondiale.

4Scaletta dello Scorlazzone

Il modo più suggestivo e “local” per spostarsi dalla Città Bassa a Città Alta è costituito dalle “scalette”.
Come dice il nome si tratta di percorsi esclusivamente pedonali, gradinati e pavimentati con un caratteristico acciottolato oppure gallettato. Salgono sinuosi, delimitati da antichi muretti a secco, attraverso campi, orti terrazzati e giardini di bellissime ville: gli scenari che si susseguiranno alla tua vista ti incanteranno ad ogni passo.
Le scalette sono un luogo amato anche dagli sportivi in cerca di allenamento: sono infatti percorsi lontani dal traffico, tranquilli e suggestivi.

Lo Scorlazzone è la naturale continuazione dello Scorlazzino, che sale da Città Bassa, e coi suoi 162 gradini piatti ma in pendenza è sicuramente uno dei più impegnativi.
Se ti trovi in via Sudorno, cerca la fontanella protetta da un'arcata, imbocca la salita che la sovrasta e potrai cominciare la scalata. Un vero e proprio viaggio nel tempo!

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5Tempio dei Caduti

Sorto sui resti dell'antica chiesa di S. Maria di Sudorno, distrutta per la sua costruzione nel 1915-16, il tempio e' anche detto Chiesa di Sudorno, dal nome della via su cui si affaccia e sotto cui scorreva uno dei due antichi acquedotti romani.

Dedicato ai Caduti delle Guerre, conserva al suo interno (interamente rivestito di marmi scuri) la pala della vecchia chiesa medioevale.

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Da Città Alta a una valle di vigneti e lino

Dal Tempio prosegui fino alla curva oltre il porticato e gira a destra, imboccando Via Astino. Inizia qui un nuovo tratto panoramico che ti svelerà passo dopo passo parchi alberati, colline a vigneto e, in lontananza, la valle con il Bosco dell’Allegrezza, che custodisce le rovine di un castello. Alla penultima curva incroci anche la bella scaletta di via Lavanderio, recentemente restaurata.

La Valle di Astino ti si apre poi innanzi in tutta la sua bellezza: ecco l’ex-Monastero di Astino, che nella bella stagione si anima di eventi ed enogastronomia d’eccellenza; ecco la Chiesa del Santo Sepolcro con le sue magnifiche opere e, di fronte, la Valle della Biodiversità, oasi di conservazione della flora locale che ospita una sezione dell’Orto Botanico di Bergamo.

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Dal Tempio prosegui fino alla curva oltre il porticato e gira a destra, imboccando Via Astino. Inizia qui un nuovo tratto panoramico che ti svelerà passo dopo passo parchi alberati, colline a vigneto e, in lontananza, la valle con il Bosco dell’Allegrezza, che custodisce le rovine di un castello. Alla penultima curva incroci anche la bella scaletta di via Lavanderio, recentemente restaurata.

La Valle di Astino ti si apre poi innanzi in tutta la sua bellezza: ecco l’ex-Monastero di Astino, che nella bella stagione si anima di eventi ed enogastronomia d’eccellenza; ecco la Chiesa del Santo Sepolcro con le sue magnifiche opere e, di fronte, la Valle della Biodiversità, oasi di conservazione della flora locale che ospita una sezione dell’Orto Botanico di Bergamo.

6Ex-monastero di Astino

Adagiata tra il bosco dell’Allegrezza e il colle della Benaglia, la Val d'Astino infonde in chi la visita una sensazione di pace e di quiete. Non deve essere stato un caso la scelta fatta nel lontano 1107 dai monaci vallombrosani che decidono di costruire proprio qui il loro monastero e la chiesa annessa, chiamata del Santo Sepolcro. Tra questi edifici religiosi e il territorio si crea un legame strettissimo, al punto che il nome Astino viene usato indistintamente per indicare la valle o il complesso monumentale che vi sorge.

L’organizzazione dello spazio detta in questo scorcio di paradiso anche la scansione del tempo, rendendolo eterno. Seduto sull’ampio prato che circonda il complesso di monumenti, rimarrai sopraffatto dalla bellezza e dalla tranquillità del paesaggio che si apre davanti al tuo sguardo.

Circondato da boschi, colline, campi, potrai percorrere la fitta trama di vie che ruota attorno al monastero: a est verso il quartiere Longuelo di Bergamo, a ovest verso la valle San Martino, a nord verso San Sebastiano e i colli della Bastia e di San Vigilio.

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7La Valle della biodiversità

Una sezione temporanea dell'Orto Botanico di Bergamo apre nel paesaggistico comprensorio di Astino per incuriosire i visitatori parlando di biodiversità e agrobiodiversità.

Da maggio ad ottobre, cogli la formidabile occasione di fare una passeggiata istruttiva fra le oltre 1.000 varietà di piante presentate nella sezione di Astino dell'Orto Botanico di Bergamo.

Le varietà presenti sono quelle utilizzate dall’Uomo nel corso della sua storia. Appartenenti a oltre 300 specie, rappresentano un prezioso patrimonio allestito per far conoscere agrobiodiversità e biodiversità in generale, in un compendio agricolo – forestale di grande qualità, qual è quello di Astino.

 

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Risalendo i colli verso Città Alta

Fatto il pieno di natura? Non è ancora finita! Per completare l’itinerario, continua lungo via Astino costeggiando i campi del Linificio e Canapificio Nazionale, che in primavera-estate si trasformano in una distesa fiorita di lino. In fondo trovi un attraversamento pedonale e puoi imboccare il sentiero che costeggia la Roggia Curna, parte del grande sistema di irrigazione realizzato nel 1475 per volontà di Bartolomeo Colleoni.

Il sentiero sbocca su Via Ripa Pasqualina: gira a sinistra e inizia la salita. Ben presto la stradina si trasforma in scaletta medievale, regalandoti nuove emozioni - e un ottimo allenamento cardio!

In cima, all’incrocio con via San Martino, prosegui dritto per qualche minuto e raggiungi in breve la deliziosa chiesetta di S. Martino della Pigrizia. Dopo ti aspetta un altro incrocio, stavolta con la Scaletta di San Martino a destra (per la prossima volta) e lo Scorlazzino a sinistra. Imboccalo, sali per un breve, pittoresco detour e ridiscendi subito su via San Martino. Da qui, svoltando sempre a sinistra, raggiungi molto presto via Borgo Canale e un’altra antica chiesetta, S. Erasmo.

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Fatto il pieno di natura? Non è ancora finita! Per completare l’itinerario, continua lungo via Astino costeggiando i campi del Linificio e Canapificio Nazionale, che in primavera-estate si trasformano in una distesa fiorita di lino. In fondo trovi un attraversamento pedonale e puoi imboccare il sentiero che costeggia la Roggia Curna, parte del grande sistema di irrigazione realizzato nel 1475 per volontà di Bartolomeo Colleoni.

Il sentiero sbocca su Via Ripa Pasqualina: gira a sinistra e inizia la salita. Ben presto la stradina si trasforma in scaletta medievale, regalandoti nuove emozioni - e un ottimo allenamento cardio!

In cima, all’incrocio con via San Martino, prosegui dritto per qualche minuto e raggiungi in breve la deliziosa chiesetta di S. Martino della Pigrizia. Dopo ti aspetta un altro incrocio, stavolta con la Scaletta di San Martino a destra (per la prossima volta) e lo Scorlazzino a sinistra. Imboccalo, sali per un breve, pittoresco detour e ridiscendi subito su via San Martino. Da qui, svoltando sempre a sinistra, raggiungi molto presto via Borgo Canale e un’altra antica chiesetta, S. Erasmo.

8Via Ripa Pasqualina

La via si imbocca all'angolo di una casa torre, affacciata su Via Astino.

Il percorso iniziale e' dolce, ma poi, superata Via del Celtro (dal dialetto selter e dal latino ciltrum cioe' arco), diventa stretta e un poco più ripida, fino a trasformarsi in una scaletta selciata, che termina su una strada asfaltata che si connette con Via Sudorno (toponimo medioevale che rimanda al culto del dio Saturno).

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9Chiesa S. Martino della Pigrizia

Lungo il tragitto panoramico che sale dal quartiere di Longuelo a Borgo Canale, tra le due meravigliose conche bergamasche, quella d’Astino e la Conca d’Oro, incontrerai sul cammino la piccola Chiesa di San Martino della Pigrizia.
Contrariamente a quel che si può pensare, San Martino non c’entra nulla con la pigrizia, tutt’altro! Il nome di questo luogo deriva da una questione puramente geografica: la parte di terreno sul versante della Valle d’Astino, contrariamente a quello della Conca d’Oro, è per natura meno esposto ai raggi del sole e per questo motivo le coltivazioni in questa zona procedono più lentamente. Col tempo, gli abitanti del luogo hanno iniziato ad assegnare “pigrizia” come soprannome di questa porzione di terreno, sottolineandone appunto il suo carattere ‘pigro’.

La chiesa, che dal IX secolo è giunta ai giorni nostri non senza diversi rimaneggiamenti, presenta un ingresso principale in bronzo sul quale sono scolpiti i due patroni: San Martino e la Madonna della Purità e una piccola lunetta superiore che completa lo sfondato ad arco della facciata.
Lateralmente si accede attraverso una piccola gradinata in pietra alla porta d’ingresso secondaria. Anch’essa si presenta in bronzo e raffigura la storia della piccola chiesa. L’interno è costituito da un’unica navata rettangolare suddivisa in tre campate da due archi in muratura, su cui scaricano le due falde del tetto a vista. Il presbiterio è costituito da una cappella molto semplice coperta da una volta a botte con al centro alcune opere rappresentanti la Madonna con Bambino e i Santi Martino, Giovan Battista, Carlo e Antonio di Padova. 

 

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10Scaletta dello Scorlazzone

Il modo più suggestivo e “local” per spostarsi dalla Città Bassa a Città Alta è costituito dalle “scalette”.
Come dice il nome si tratta di percorsi esclusivamente pedonali, gradinati e pavimentati con un caratteristico acciottolato oppure gallettato. Salgono sinuosi, delimitati da antichi muretti a secco, attraverso campi, orti terrazzati e giardini di bellissime ville: gli scenari che si susseguiranno alla tua vista ti incanteranno ad ogni passo.
Le scalette sono un luogo amato anche dagli sportivi in cerca di allenamento: sono infatti percorsi lontani dal traffico, tranquilli e suggestivi.

Lo Scorlazzone è la naturale continuazione dello Scorlazzino, che sale da Città Bassa, e coi suoi 162 gradini piatti ma in pendenza è sicuramente uno dei più impegnativi.
Se ti trovi in via Sudorno, cerca la fontanella protetta da un'arcata, imbocca la salita che la sovrasta e potrai cominciare la scalata. Un vero e proprio viaggio nel tempo!

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11Borgo Canale

La sua posizione lo rende ricchissimo di punti panoramici. Da un lato potrai godere di una vista  a perdita d’occhio sulla pianura e dall’altro di una veduta particolare su Città Alta, qui le sue numerose torri, campanili e cupole vi appariranno inanellate in una successione che vi toglierà il respiro.

Questo angolo di Bergamo è davvero una piccola oasi di pace e di romanticismo nel quale fermarsi a contemplare il panorama senza essere disturbati dal traffico e passeggiare fra le strette stradine storiche.

E’ proprio in una di queste che nacque il celebre compositore bergamasco Gaetano Donizetti.

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Il borgo degli orti e degli artisti

Benvenuto a Borgo Canale, il quartiere storico degli orti e degli artisti! Qui, al numero 14, nacque nel 1797 il compositore bergamasco Gaetano Donizetti, ed è proprio l’abitazione della sua famiglia che ospita oggi il museo della Casa Natale di Donizetti. Ma prima di raggiungerla ti aspetta ancora un tratto di strada, lungo il quale incontri una nuova chiesa: la settecentesca Santa Grata Inter Vites, intitolata alla compatrona di Bergamo e decorata dal Bonomini. Il particolare attributo fa riferimento alla sua posizione, un tempo di aperta campagna coltivata a vitigno.

Arrivato in cima a via Borgo Canale, ecco raggiunto il punto di partenza, largo di Porta S. Alessandro.

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Benvenuto a Borgo Canale, il quartiere storico degli orti e degli artisti! Qui, al numero 14, nacque nel 1797 il compositore bergamasco Gaetano Donizetti, ed è proprio l’abitazione della sua famiglia che ospita oggi il museo della Casa Natale di Donizetti. Ma prima di raggiungerla ti aspetta ancora un tratto di strada, lungo il quale incontri una nuova chiesa: la settecentesca Santa Grata Inter Vites, intitolata alla compatrona di Bergamo e decorata dal Bonomini. Il particolare attributo fa riferimento alla sua posizione, un tempo di aperta campagna coltivata a vitigno.

Arrivato in cima a via Borgo Canale, ecco raggiunto il punto di partenza, largo di Porta S. Alessandro.

12Chiesa di Santa Grata Inter Vites

La chiesa è intitolata a Santa Grata, compatrona di Bergamo, ed è il luogo di sepoltura originario del corpo della Santa che fu tumulato qui fino all’anno 1.000, per poi essere spostato nell’altra chiesa omonima situata in via Arena, all’interno delle mura.

Originario del Trecento, l’edificio venne distrutto due secoli dopo per fare spazio alle Mura venete; fu quindi completamente ricostruito nel Settecento.

Se ti stai chiedendo cosa significhi “inter vites”? Devi sapere che l’edificio sorgeva in una campagna, proprio in un luogo adibito alla coltivazione di vigneti, che nel settecento però già non esistevano più.

Di fronte alla chiesa puoi vedere l’imponente scalone di San Gottardo, dal nome del complesso che si trova al termine della salita e che ospitava un monastero soppresso nel 1798.

All’interno invece, troverai il ciclo di tele. Scene di scheletri viventi dell’artista ottocentesco Paolo Vincenzo Bonomini. Un’opera spregiudicata per l’epoca, perché gli scheletri somigliavano molto a persone reali che abitavano nel borgo: dal carpentiere ai due frati in preghiera, dalla coppia campagnola agli sposi borghesi, fino al tamburino della Repubblica Cisalpina e persino se stesso con la consorte.

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13Casa Natale Donizetti

Sono le parole con cui uno dei 5 più importanti compositori di tutti i tempi descrive, in una lettera a Simone Mayr, l’abitazione della sua famiglia d’origine. 
La casa natale di Donizetti, decretata monumento nazionale, è qui a Bergamo, in Borgo Canale, dove a quei tempi gli edifici erano alquanto fatiscenti e poveri. 
La famiglia del compositore abitava nel seminterrato dell’edificio che oggi è visitabile anche a piano terra, a cui si accedeva attraverso una stretta scala. L’ambiente era molto spartano, composto da due stanze che fungevano da cucina e camera da letto, oltre che dai locali adibiti a pozzo e ghiacciaia.
Un destino che appare segnato, quello di Donizetti: nella sua vita intrecciò le note creando composizioni immortali proprio come i suoi genitori tessevano le stoffe. I genitori del Maestro erano infatti sarti e appartenevano a quella fascia di popolazione umile che si guadagnava da vivere lavorando per i signori dei ricchi palazzi di Città Alta. Donizetti riscattò le sue umili origini diventando famoso in tutto il mondo e portando lustro alla sua città.

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14Porta Sant'Alessandro

La porta delle Mura Venete che guarda ad ovest è detta di Sant’Alessandro e costituiva l’accesso alla città per chi arrivava da Lecco e Como. Il suo nome deriva dalla vicina basilica dedicata al patrono di Bergamo e rasa al suolo nel corso del 1561, come ricorda una lapide posta accanto all’unica colonna superstite della basilica, per consentire la costruzione delle Mura. Attraversando la porta, s’incontra ancora oggi la “Colonna di Sant’Alessandro” che segnala il luogo esatto in cui sorgeva la cattedrale poi demolita. 

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Il cappello fiorito di Bergamo

Manca ancora una tappa, non meno verde delle altre: l’Orto Botanico “Lorenzo Rota”. Oltrepassa Porta S. Alessandro, gira a sinistra e percorri via Costantino Beltrami fino al semaforo; qui potrai attraversare la strada e affrontare l’ultima salita del giorno, Scaletta Colle Aperto, che fiancheggia l’antica Polveriera Superiore di S. Marco. Lungo la strada, incontrerai sempre più essenze e ben presto potrai godere del meraviglioso giardino dell’Orto. Ne vale la pena!

 

Voglia di rivivere questo splendido itinerario, ma al contrario? Nessun problema, è un giro ad anello, per cui puoi iniziarlo da qualsiasi dei suoi punti d’interesse.

Buona camminata!

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Manca ancora una tappa, non meno verde delle altre: l’Orto Botanico “Lorenzo Rota”. Oltrepassa Porta S. Alessandro, gira a sinistra e percorri via Costantino Beltrami fino al semaforo; qui potrai attraversare la strada e affrontare l’ultima salita del giorno, Scaletta Colle Aperto, che fiancheggia l’antica Polveriera Superiore di S. Marco. Lungo la strada, incontrerai sempre più essenze e ben presto potrai godere del meraviglioso giardino dell’Orto. Ne vale la pena!

 

Voglia di rivivere questo splendido itinerario, ma al contrario? Nessun problema, è un giro ad anello, per cui puoi iniziarlo da qualsiasi dei suoi punti d’interesse.

Buona camminata!

15Orto Botanico di Bergamo "Lorenzo Rota": una finestra sul paesaggio

In 2.400 metri quadrati l’Orto accoglie oltre 1.200 tipologie di piante, buona parte delle quali collocate in micro-habitat che riproducono o evocano ambienti naturali.

Si può raggiungere solamente a piedi, percorrendo una scaletta di 141 gradini e consente di ammirare un panorama unico che spazia sui tetti e sui monumenti di Città Alta e sulle prime propaggini delle Prealpi bergamasche.

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