DIGA DEL GLENO

DIGA DEL GLENO

Descrizione

C’è un luogo speciale nel cuore della Valle di Scalve (Bergamo) che, per tutti i suoi abitanti, rappresenta una sorta di discrimine tra ciò che era la valle prima e dopo il “disastro del Gleno”. In un panorama di assoluta bellezza, un incavo naturale contornato da cime maestose tra cui il Monte Gleno.

Il 1° dicembre del 1923 la diga del Gleno, uno sbarramento artificiale di ben 260 metri non riuscì a sostenere la forza dei 6 milioni di metri cubi d’acqua che lo pressavano alle spalle.

Il pilone centrale della diga crollò e, in meno di 15 minuti, l’imponente massa d’acqua si riversò sulla valle distruggendo tutto ciò che incontrava sul percorso, aiutata in questa terribile sciagura anche dallo spaventoso spostamento d’aria che la precedeva.

L’onda colpì subito l’abitato di Bueggio, rase al suolo le centrali elettriche di Povo e Valbona, la zona di ponte Formello, il Santuario della Madonnina per poi proseguire la sua corsa verso la via Mala, strada che collega la Valle di Scalve alla Valcamonica.

Prima di imboccare la gola della via Mala portò distruzione nell’abitato di Dezzo (borgo di 500 anime di cui ben 209 morirono), abbattendo  la centrale elettrica e il cimitero di Mazzunno per poi continuare la sua corsa verso l’agglomerato urbano di Corna di Darfo; per raggiungere in 45 minuti le acque del lago d’Iseo lasciandosi alle spalle vittime oltre 500 vittime e un territorio completamente stravolto.

In quel luogo sono rimasti gli imponenti ruderi della diga. Sono méta di molti escursionisti che raggiungono l’omonimo laghetto per godere di un panorama mozzafiato (di fronte al laghetto svetta il massiccio della Presolana) attraverso due sentieri che collegano il luogo a Pianezza e Nona di Vilminore di Scalve.

E’ un luogo dove immergersi nella natura, tra cielo e terra, adatto per trascorrere giornate in spensieratezza,  è un luogo carico di storia ma anche di tutto ciò che rende preziosa la natura.

Per rendere sempre viva la memoria di quei tragici giorni nel centro di Vilminore è stato aperto lo “Spazio Espositivo Gleno” su iniziativa di Pro Loco Vilminore e con il contributo di Regione Lombardia. Raccoglie documenti, fotografie filmati e testimonianze che descrivono ciò che quella diga rappresentava negli anni ’20 per l’industrializzazione della Valle e dintorni e quel che ancora oggi racconta ai turisti che salgono lassù per lasciarsi avvolgere dal fascino della lunga fila di archi che componevano la diga.

Nel periodo estivo funziona navetta da Vilminore a Pianezza, da cui si distacca un sentiero per raggiungere la Diga.

Possibilità di accompagnamento e guida per gruppetti di escursionisti. 

Info presso pro loco di Vilminore
tel. 0346 51002.


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C’è un luogo speciale nel cuore della Valle di Scalve (Bergamo) che, per tutti i suoi abitanti, rappresenta una sorta di discrimine tra ciò che era la valle prima e dopo il “disastro del Gleno”. In un panorama di assoluta bellezza, un incavo naturale contornato da cime maestose tra cui il Monte Gleno.

Il 1° dicembre del 1923 la diga del Gleno, uno sbarramento artificiale di ben 260 metri non riuscì a sostenere la forza dei 6 milioni di metri cubi d’acqua che lo pressavano alle spalle.

Il pilone centrale della diga crollò e, in meno di 15 minuti, l’imponente massa d’acqua si riversò sulla valle distruggendo tutto ciò che incontrava sul percorso, aiutata in questa terribile sciagura anche dallo spaventoso spostamento d’aria che la precedeva.

L’onda colpì subito l’abitato di Bueggio, rase al suolo le centrali elettriche di Povo e Valbona, la zona di ponte Formello, il Santuario della Madonnina per poi proseguire la sua corsa verso la via Mala, strada che collega la Valle di Scalve alla Valcamonica.

Prima di imboccare la gola della via Mala portò distruzione nell’abitato di Dezzo (borgo di 500 anime di cui ben 209 morirono), abbattendo  la centrale elettrica e il cimitero di Mazzunno per poi continuare la sua corsa verso l’agglomerato urbano di Corna di Darfo; per raggiungere in 45 minuti le acque del lago d’Iseo lasciandosi alle spalle vittime oltre 500 vittime e un territorio completamente stravolto.

In quel luogo sono rimasti gli imponenti ruderi della diga. Sono méta di molti escursionisti che raggiungono l’omonimo laghetto per godere di un panorama mozzafiato (di fronte al laghetto svetta il massiccio della Presolana) attraverso due sentieri che collegano il luogo a Pianezza e Nona di Vilminore di Scalve.

E’ un luogo dove immergersi nella natura, tra cielo e terra, adatto per trascorrere giornate in spensieratezza,  è un luogo carico di storia ma anche di tutto ciò che rende preziosa la natura.

Per rendere sempre viva la memoria di quei tragici giorni nel centro di Vilminore è stato aperto lo “Spazio Espositivo Gleno” su iniziativa di Pro Loco Vilminore e con il contributo di Regione Lombardia. Raccoglie documenti, fotografie filmati e testimonianze che descrivono ciò che quella diga rappresentava negli anni ’20 per l’industrializzazione della Valle e dintorni e quel che ancora oggi racconta ai turisti che salgono lassù per lasciarsi avvolgere dal fascino della lunga fila di archi che componevano la diga.

Nel periodo estivo funziona navetta da Vilminore a Pianezza, da cui si distacca un sentiero per raggiungere la Diga.

Possibilità di accompagnamento e guida per gruppetti di escursionisti. 

Info presso pro loco di Vilminore
tel. 0346 51002.