L' itinerario sui Colli di Bergamo attraversa i boschi dei versanti settentrionali e segue l’antico Acquedotto dei Vasi, sino a tornare in Colle Aperto: da qui è possibile rientrare nel centro storico oppure passeggiare piacevolmente lungo il Viale delle Mura e raggiungere il cuore di Bergamo Bassa.
Proseguendo la visita dei Colli di Bergamo si ha la possibilità di ammirare paesaggi suggestivi e tracce di antiche abitazioni: un percorso tra ville liberty, nuclei abitativi cinquecenteschi e dimore di personalità bergamasche di spicco.
Percorrendo graziose vie, che un tempo venivano utilizzate per spostarsi tra le località rurali o per raggiungere i singoli coltivi, si può ammirare il paesaggio della pianura circostante immerso in un’incredibile quiete, per poi giungere ai piedi del Monte Bastia, il colle più alto della città .
Proseguendo la visita dei Colli di Bergamo si ha la possibilità di ammirare paesaggi suggestivi e tracce di antiche abitazioni: un percorso tra ville liberty, nuclei abitativi cinquecenteschi e dimore di personalità bergamasche di spicco.
Percorrendo graziose vie, che un tempo venivano utilizzate per spostarsi tra le località rurali o per raggiungere i singoli coltivi, si può ammirare il paesaggio della pianura circostante immerso in un’incredibile quiete, per poi giungere ai piedi del Monte Bastia, il colle più alto della città .
Giunti al crinale, procedendo sul versante settentrionale, le abitazioni e i coltivi diventano rari.
L'indicazione Via Vetta porta alla cima del Monte Bastia, il più elevato dei colli della citta'. Proseguendo, si vede un edificio isolato, una volta in dotazione agli 'sguratori', lavoratori che provvedevano alla manutenzione dell'acquedotto dei Vasi che corre sotterraneo alla base del pendio.
In questo punto il nucleo abitato si apre verso le pendici del Colle di S. Vigilio.
L'abitato circostante, ricco di ville liberty, -dominato dalla chiesa di San Sebastiano.
Tra i terrazzamenti sottostanti -ancora riconoscibile il lungo muro dell'antica strada del Gavazzolo, che scendeva al monastero di Astino. Sul crinale a destra si estende il nucleo lineare di Sudorno.
Questa tratta attraversa i pendii boscati dei versanti settentrionali e segue le tracce dell’antico Acquedotto dei Vasi.
L’itinerario si snoda lungo scalette e viottoli, dunque presuppone una buona condizione fisica. Il tratto all’interno del Bosco dei Vasi interessa un ampio sentiero in terra battuta, che necessità di scarpe comode ed è sconsigliato in caso di maltempo.
Da Castagneta una deviazione porta all’ex Monastero benedettino di Valmarina, oggi sede del Parco dei Colli di Bergamo, da dove è possibile rientrare in citta’ percorrendo la Green Way, una bella pista pedonale e ciclabile che corre sotto il versante settentrionale della fortificazione veneziana.
Questa tratta attraversa i pendii boscati dei versanti settentrionali e segue le tracce dell’antico Acquedotto dei Vasi.
L’itinerario si snoda lungo scalette e viottoli, dunque presuppone una buona condizione fisica. Il tratto all’interno del Bosco dei Vasi interessa un ampio sentiero in terra battuta, che necessità di scarpe comode ed è sconsigliato in caso di maltempo.
Da Castagneta una deviazione porta all’ex Monastero benedettino di Valmarina, oggi sede del Parco dei Colli di Bergamo, da dove è possibile rientrare in citta’ percorrendo la Green Way, una bella pista pedonale e ciclabile che corre sotto il versante settentrionale della fortificazione veneziana.
Il tracciato taglia il Bosco dei Vasi. Per l'esposizione a nord il sottobosco e' ricco di felci; in primavera sono numerose le fioriture.
Tra gli alberi dominano i castagni, le querce e le robinie. Il raro esempio di bosco storico urbano e' stato nel tempo difeso dalla citta'. Oggi e' area di interesse ambientale e paesaggistico del Parco Regionale dei Colli di Bergamo.
Il nucleo di Castagneta si distribuisce lungo un'antica strada che conduceva in Valle Brembana e nel cantone dei Grigioni (CH), che correva parallela all'acquedotto dei Vasi.
Castagneta apparteneva ai Corpi Santi, corona amministrativa che si estendeva per un paio di miglia intorno alla citta'. ll nome ricorda la diffusione dei castagneti nei colli di Bergamo, intorno alla chiesa settecentesca dedicata a S. Rocco.
Lapide in marmo grigio posta nel 1329 e rinnovata nel 1696, in quanto gia' allora parzialmente illeggibile, ricorda la pulizia dell'acquedotto dei Vasi, voluta dal podesta' comunale Beccaro Beccaris.
I lavori interessarono il tratto dell'acquedotto dalla localita' Castagneta fino all'antica porta di S. Alessandro (poco a valle dell'attuale Colle Aperto).
All'altezza di Via Tavernelle la vista si apre sul nucleo abitato Gallina, che presenta ancora edifici rurali circondati dai tipici ronchi, terrazzamenti coltivati a vite.
Sullo sfondo la cuspide del Canto Alto, riconoscibile per la croce metallica sulla cima. Ai suoi piedi l'abitato di Sorisole con l'ampia parrocchiale intonacata di bianco. Più a destra i crinali della Costa Garatti e della Maresana.
Quest’ultima tratta, che taglia il versante settentrionale dei Colli di Bergamo, riconduce in Città Alta attraverso un percorso completamente pianeggiante.
Attraverso graziosi abitati, come il nucleo di Castagneta, e immersi nel verde silenzioso dei colli, si va alla scoperta di antiche pratiche, curiose tradizioni e interessanti riflessioni naturalistiche.
Si può inoltre scorgere la catena delle Prealpi Orobie, che fa da incantevole cornice a questo viaggio di sguardi attorno Bergamo
Quest’ultima tratta, che taglia il versante settentrionale dei Colli di Bergamo, riconduce in Città Alta attraverso un percorso completamente pianeggiante.
Attraverso graziosi abitati, come il nucleo di Castagneta, e immersi nel verde silenzioso dei colli, si va alla scoperta di antiche pratiche, curiose tradizioni e interessanti riflessioni naturalistiche.
Si può inoltre scorgere la catena delle Prealpi Orobie, che fa da incantevole cornice a questo viaggio di sguardi attorno Bergamo
Dal capofonte alla Porta S. Alessandro l'acquedotto dei Vasi (3,5 km, dislivello di 70 m) portava in citta' l'acqua delle sorgenti poste sui versanti settentrionali dei colli.
Di origine antichissima, fino al primo Ottocento ha fornito l'acqua per usi domestici. Quella per il lavoro era invece condotta dal fiume Serio, ai piedi della citta', dove si sono sviluppate le principali attivita' produttive.
Costruita a fine '500 come quella nella valletta di Colle Aperto, -in pietra arenaria, formata dalla sovrapposizione di una piramide ad un parallelepipedo voltato.
Spessa 2 metri e alta 7, aveva la sommità rivestita in piombo per garantire l'impermeabilità , necessaria alla buona conservazione delle polveri da sparo.
Mura e polveriere sono le uniche strutture militari veneziane rimaste ad oggi intatte.
La Via del Roccolino e' aperta da un vetusto esemplare di farnia, quercia 'regina' della foresta precedente alla formazione della citta'.
La pianta, rara negli spazi urbani, e' facilmente riconoscibile per le foglie lobate e le ghiande portate da un lungo peduncolo. La via, il cui nome ricorda l'antica presenza di un roccolo, conduce verso il bel nucleo di Valverde, alla base della Citta' Alta.
E' il più bello e integro della citta', utilizzato per l'inanellamento degli uccelli a scopi scientifici.
I roccoli sono un particolare tipo di architettura verde pensata per catturare uccelli. Si ottengono con pazienti potature e sagomature di alberi, fra i quali si tendevano le reti: i volatili vi restavano impigliati, dopo che l'uccellatore li spaventava, lanciando dal casello uno spauracchio.
La Porta del Soccorso deve il proprio nome al ruolo di “aiuto” che svolgeva negli scorsi secoli in caso di emergenza: attraverso questo varco nascosto, i bergamaschi potevano entrare e uscire dalla cinta delle Mura senza essere visti. Era così possibile cogliere i nemici di sorpresa, attaccandoli da un punto inaspettato, o fuggire in caso di assedio, o ancora correre a difendere il vicino Castello di San Vigilio.
Questa veniva utilizzata solamente nelle situazioni critiche: in tempi tranquilli, né merci né persone la attraversavano.