Questo polmone verde racchiude percorsi immersi nella natura e punteggiati da ville storiche e antichi nuclei rurali.
Il percorso consente di raggiungere punti panoramici, come il Castello di San Vigilio, oppure di percorrere sentieri e scalette che conducono alla splendida vallata in cui si trova l'ex Monastero di Astino.
Prevede o il rientro in bus o a piedi lungo la panoramica Via Borgo Canale, dove è possibile visitare la chiesa di S. Grata inter vites e la Casa Natale di Gaetano Donizetti.
Volendo dopo la discesa sullo Scorlazzone e’ gia’ possibile rientrare, per un piccolo assaggio dei percorsi sui Colli.
Questo polmone verde racchiude percorsi immersi nella natura e punteggiati da ville storiche e antichi nuclei rurali.
Il percorso consente di raggiungere punti panoramici, come il Castello di San Vigilio, oppure di percorrere sentieri e scalette che conducono alla splendida vallata in cui si trova l'ex Monastero di Astino.
Prevede o il rientro in bus o a piedi lungo la panoramica Via Borgo Canale, dove è possibile visitare la chiesa di S. Grata inter vites e la Casa Natale di Gaetano Donizetti.
Volendo dopo la discesa sullo Scorlazzone e’ gia’ possibile rientrare, per un piccolo assaggio dei percorsi sui Colli.
Con la Funicolare S. Vigilio (in servizio dal 1912) si raggiunge il terzo piano della città, il colle omonimo.
Dal piccolo piazzale della chiesa, ombreggiato da un vigoroso leccio e accanto alla stazione di arrivo della funicolare, si gode di uno dei panorami più belli di Città Alta (che da qui risulta bassa!).
L’area, un tempo spoglia per la presenza del castello, tra fine ‘800 e inizio ‘900 venne trasformata in un quartiere - giardino, con edifici residenziali, alberghi, ristoranti e alberature.
Con la Funicolare S. Vigilio (in servizio dal 1912) si raggiunge il terzo piano della città, il colle omonimo.
Dal piccolo piazzale della chiesa, ombreggiato da un vigoroso leccio e accanto alla stazione di arrivo della funicolare, si gode di uno dei panorami più belli di Città Alta (che da qui risulta bassa!).
L’area, un tempo spoglia per la presenza del castello, tra fine ‘800 e inizio ‘900 venne trasformata in un quartiere - giardino, con edifici residenziali, alberghi, ristoranti e alberature.
Costruita all'inizio dell'VIII secolo dopo il presunto soggiorno del vescovo trentino sui colli di Bergamo, nel '200 e' diretta dai frati domenicani e nel '300 dall'Ordine degli Umiliati, abolito nel '500.
Ristrutturata nel 1512, assume l'aspetto odierno con gli interventi del XVIII e XX secolo che la dotarono anche del terrazzo panoramico affacciato sulla Citta' Bassa e sui colli occidentali.
Se sei già arrivato dal centro di Bergamo bassa alla Piazza Mercato delle Scarpe in Città Alta prendendo la prima funicolare, non fermare la tua risalita: avventurati sulla seconda e visita il colle di San Vigilio!
Questo impianto infatti conduce a una zona poco frequentata ma che vale davvero la pena di raggiungere essendo immersa nel verde e punto di partenza privilegiato di passeggiate all’interno del meraviglioso Parco dei Colli, area verde protetta di ben 4.700 ettari. Inaugurata il 27 agosto del 1912, viene ideata da Alessandro Ferretti, uno tra i maggiori ingegneri italiani dell’epoca, che progettò decine di ferrovie funicolari e ne realizzò una quindicina.
La funicolare di San Vigilio copre una lunghezza di 630 metri e un dislivello di 90, con una pendenza che va dal 10%, al 22%, e che garantisce un vasto panorama sui colli e sulla pianura cittadina e della provincia.
Percorrendo la scaletta dello Scorlazzone, una delle più famose vie gradonate dei Colli di Bergamo, tagliando l’abitato di Sudorno si scende verso l’ex Monastero di Astino situato nell’omonima conca.
Dal verde tenue della valle si staccano le masse scure dei boschi di Astino e dell’Allegrezza, riconosciuti Siti di Interesse Comunitario dall’Unione Europea.
Raggiunto il fondovalle il percorso risale verso Borgo Canale, uno dei borghi più antichi della città , rinomato per aver dato i natali al celebre compositore Gaetano Donizetti.
Percorrendo la scaletta dello Scorlazzone, una delle più famose vie gradonate dei Colli di Bergamo, tagliando l’abitato di Sudorno si scende verso l’ex Monastero di Astino situato nell’omonima conca.
Dal verde tenue della valle si staccano le masse scure dei boschi di Astino e dell’Allegrezza, riconosciuti Siti di Interesse Comunitario dall’Unione Europea.
Raggiunto il fondovalle il percorso risale verso Borgo Canale, uno dei borghi più antichi della città , rinomato per aver dato i natali al celebre compositore Gaetano Donizetti.
Sorto sui resti dell'antica chiesa di S. Maria di Sudorno, distrutta per la sua costruzione nel 1915-16, il tempio e' anche detto Chiesa di Sudorno, dal nome della via su cui si affaccia e sotto cui scorreva uno dei due antichi acquedotti romani.
Dedicato ai Caduti delle Guerre, conserva al suo interno (interamente rivestito di marmi scuri) la pala della vecchia chiesa medioevale.
La via si imbocca all'angolo di una casa torre, affacciata su Via Astino.
Il percorso iniziale e' dolce, ma poi, superata Via del Celtro (dal dialetto selter e dal latino ciltrum cioe' arco), diventa stretta e un poco più ripida, fino a trasformarsi in una scaletta selciata, che termina su una strada asfaltata che si connette con Via Sudorno (toponimo medioevale che rimanda al culto del dio Saturno).
Il modo più suggestivo e “local” per spostarsi dalla Città Bassa a Città Alta è costituito dalle “scalette”.
Come dice il nome stesso si tratta di percorsi esclusivamente pedonali, gradinati e pavimentati con un caratteristico acciottolato.
Salgono sinuosi, delimitati da antichi muretti a secco, attraverso campi, orti terrazzati e giardini di bellissime ville: gli scenari che si susseguiranno alla tua vista ti incanteranno ad ogni passo.
Ma le scalette sono un luogo amato anche dagli sportivi in cerca di allenamento. Sono infatti percorsi lontani dal traffico, tranquilli e suggestivi.
Sono le parole con cui uno dei 5 più importanti compositori di tutti i tempi descrive, in una lettera a Simone Mayr, l’abitazione della sua famiglia d’origine.
La casa natale di Donizetti, decretata monumento nazionale, è qui a Bergamo, in Borgo Canale, dove a quei tempi gli edifici erano alquanto fatiscenti e poveri.
La famiglia del compositore abitava nel seminterrato dell’edificio che oggi è visitabile anche a piano terra, a cui si accedeva attraverso una stretta scala. L’ambiente era molto spartano, composto da due stanze che fungevano da cucina e camera da letto, oltre che dai locali adibiti a pozzo e ghiacciaia.
Un destino che appare segnato, quello di Donizetti: nella sua vita intrecciò le note creando composizioni immortali proprio come i suoi genitori tessevano le stoffe. I genitori del Maestro erano infatti sarti e appartenevano a quella fascia di popolazione umile che si guadagnava da vivere lavorando per i signori dei ricchi palazzi di Città Alta. Donizetti riscattò le sue umili origini diventando famoso in tutto il mondo e portando lustro alla sua città.
Adagiata tra il bosco dell’Allegrezza e il colle della Benaglia, la Val d'Astino infonde in chi la visita una sensazione di pace e di quiete. Non deve essere stato un caso la scelta fatta nel lontano 1107 dai monaci vallombrosani che decidono di costruire proprio qui il loro monastero e la chiesa annessa, chiamata del Santo Sepolcro. Tra questi edifici religiosi e il territorio si crea un legame strettissimo, al punto che il nome Astino viene usato indistintamente per indicare la valle o il complesso monumentale che vi sorge.
L’organizzazione dello spazio detta in questo scorcio di paradiso anche la scansione del tempo, rendendolo eterno. Seduto sull’ampio prato che circonda il complesso di monumenti, rimarrai sopraffatto dalla bellezza e dalla tranquillità del paesaggio che si apre davanti al tuo sguardo.
Circondato da boschi, colline, campi, potrai percorrere la fitta trama di vie che ruota attorno al monastero: a est verso il quartiere Longuelo di Bergamo, a ovest verso la valle San Martino, a nord verso San Sebastiano e i colli della Bastia e di San Vigilio.
La chiesa è intitolata a Santa Grata, compatrona di Bergamo, ed è il luogo di sepoltura originario del corpo della Santa che fu tumulato qui fino all’anno 1.000, per poi essere spostato nell’altra chiesa omonima situata in via Arena, all’interno delle mura.
Originario del Trecento, l’edificio venne distrutto due secoli dopo per fare spazio alle Mura venete; fu quindi completamente ricostruito nel Settecento.
Se ti stai chiedendo cosa significhi “inter vites”? Devi sapere che l’edificio sorgeva in una campagna, proprio in un luogo adibito alla coltivazione di vigneti, che nel settecento però già non esistevano più.
Di fronte alla chiesa puoi vedere l’imponente scalone di San Gottardo, dal nome del complesso che si trova al termine della salita e che ospitava un monastero soppresso nel 1798.
All’interno invece, troverai il ciclo di tele. Scene di scheletri viventi dell’artista ottocentesco Paolo Vincenzo Bonomini. Un’opera spregiudicata per l’epoca, perché gli scheletri somigliavano molto a persone reali che abitavano nel borgo: dal carpentiere ai due frati in preghiera, dalla coppia campagnola agli sposi borghesi, fino al tamburino della Repubblica Cisalpina e persino se stesso con la consorte.