Chiesa del Santo Sepolcro

Chiesa del Santo Sepolcro

Descrizione

Il complesso monumentale della Chiesa e del Monastero del S. Sepolcro, antichissimo cenobio vallombrosano fondato nel 1107, si trova nell’amena Valle d’Astino.
La chiesa viene consacrata un decennio dopo la nascita della congregazione, nel 1117. Un primo ampliamento ha luogo con la costruzione della Cappella del S. Sepolcro (1500) e, dal 1540 circa sino alla fine del secolo, la chiesa viene ristrutturata e rinnovata nelle decorazioni grazie a cicli di affreschi eseguiti dai pittori Cristoforo Baschenis il Vecchio e Giovan Battista Guarinoni, opere oggi in parte recuperate grazie a un recente restauro. In questo periodo vengono realizzati anche nuovi arredi e strutture, quali la sagrestia, il campanile e l’attuale profondo presbiterio, affinché rispondessero ai dettami del Concilio di Trento.
Gli aggiornamenti decorativi e le migliorie continuarono nel corso del Seicento e, all’inizio del XVIII secolo, la necessità di un adeguamento al gusto tardo-barocco portò alla commissione di altri affreschi, elaborati stucchi e tele. Tra gli artisti che lavorarono nella chiesa si contano Giuseppe Brina, Bernardo Sanz, Antonio Cifrondi e Andrea Pelli. 

Con la seconda metà del Settecento inizia il declino dell’ordine vallombrosano, che culmina nella soppressione napoleonica nel 1797. L’edificio smise di avere funzioni religiose e, negli anni 1832-1892, fu trasformato in manicomio, diventando sussidiario dell’Ospedale Maggiore di Bergamo. Successivamente fu chiesa sussidiaria della parrocchia di Longuelo, ma la vendita della chiesa e del monastero a privati (1923) ne limitò fortemente la pubblica fruizione, favorendone l’abbandono e il degrado.
Bisogna attendere il 2007 per vedere il complesso iniziare un processo di rinascita: in quell’anno, infatti, fu acquistato dalla Congregazione della Misericordia Maggiore, che ha restituito l’ex-monastero di Astino e la sua chiesa sia al culto religioso, sia alla pubblica fruizione.

Architettonicamente parlando, la chiesa del Santo Sepolcro ha una particolare struttura a croce commissa (pianta con un’unica navata che termina nel transetto), modificata dall’aggiunta di un coro profondo durante il Rinascimento.
All’interno trovi non uno, ma ben tre altari: quello maggiore, in posizione leggermente sopraelevata, poi l’altare di San Martino e quello degli Evangelisti, entrambi anteriori al 1140.


Continua

Il complesso monumentale della Chiesa e del Monastero del S. Sepolcro, antichissimo cenobio vallombrosano fondato nel 1107, si trova nell’amena Valle d’Astino.
La chiesa viene consacrata un decennio dopo la nascita della congregazione, nel 1117. Un primo ampliamento ha luogo con la costruzione della Cappella del S. Sepolcro (1500) e, dal 1540 circa sino alla fine del secolo, la chiesa viene ristrutturata e rinnovata nelle decorazioni grazie a cicli di affreschi eseguiti dai pittori Cristoforo Baschenis il Vecchio e Giovan Battista Guarinoni, opere oggi in parte recuperate grazie a un recente restauro. In questo periodo vengono realizzati anche nuovi arredi e strutture, quali la sagrestia, il campanile e l’attuale profondo presbiterio, affinché rispondessero ai dettami del Concilio di Trento.
Gli aggiornamenti decorativi e le migliorie continuarono nel corso del Seicento e, all’inizio del XVIII secolo, la necessità di un adeguamento al gusto tardo-barocco portò alla commissione di altri affreschi, elaborati stucchi e tele. Tra gli artisti che lavorarono nella chiesa si contano Giuseppe Brina, Bernardo Sanz, Antonio Cifrondi e Andrea Pelli. 

Con la seconda metà del Settecento inizia il declino dell’ordine vallombrosano, che culmina nella soppressione napoleonica nel 1797. L’edificio smise di avere funzioni religiose e, negli anni 1832-1892, fu trasformato in manicomio, diventando sussidiario dell’Ospedale Maggiore di Bergamo. Successivamente fu chiesa sussidiaria della parrocchia di Longuelo, ma la vendita della chiesa e del monastero a privati (1923) ne limitò fortemente la pubblica fruizione, favorendone l’abbandono e il degrado.
Bisogna attendere il 2007 per vedere il complesso iniziare un processo di rinascita: in quell’anno, infatti, fu acquistato dalla Congregazione della Misericordia Maggiore, che ha restituito l’ex-monastero di Astino e la sua chiesa sia al culto religioso, sia alla pubblica fruizione.

Architettonicamente parlando, la chiesa del Santo Sepolcro ha una particolare struttura a croce commissa (pianta con un’unica navata che termina nel transetto), modificata dall’aggiunta di un coro profondo durante il Rinascimento.
All’interno trovi non uno, ma ben tre altari: quello maggiore, in posizione leggermente sopraelevata, poi l’altare di San Martino e quello degli Evangelisti, entrambi anteriori al 1140.