Bergamo, la meraviglia a un passo da EXPO.

La presenza di Manzù a Bergamo la si avverte non solo con le sue opere ma anche nell’atmosfera stessa dei luoghi. C’è qualcosa che unisce il grande scultore e la città dov’è nato. Quale sia il legame che unisce Manzù e i suoi concittadini lo si vede subito. Ci sono sculture del grande artista ovunque.

Il porticato d’accesso del Palazzo della Provincia in Via Tasso raccoglie “Il grande cardinale”, mentre nel cortile campeggia un grande Caravaggio, a conferma della “venerazione” che Manzù aveva per il celebre pittore; e poi ancora la “Donna che guarda”, “Tebe distesa nell’ovale”, “Testa di giapponese”.

Avvertiamo ancora la sua presenza se passeggiamo lungo il Sentierone dove, al centro di un’aiuola, spicca il monumento al Partigiano, a ricordo della lotta dei bergamaschi per la libertà.

Se andiamo un poco oltre, in direzione del borgo Sant’Alessandro, tocchiamo un “luogo del cuore”: vi nacque Giacomo e il padre, Angelo Manzoni (Manzù divenne nome d’arte dello scultore più avanti nel tempo), aggiustava scarpe ed era sacrestano nella chiesa parrocchiale di Sant’Alessandro in Colonna.Il piccolo Giacomo crebbe giocando sul sagrato e sulla gradinata di marmo della chiesa, ma ben presto rivelò il suo genio.

Lasciamo il centro di Bergamo e andiamo verso il cortile della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (Gamec) dove i visitatori possono ammirare una delle sculture più note, gli “Amanti”.

Genio, inventiva, creatività, non sono tratti distintivi solo di Manzù padre, ma anche di Pio, il figlio, altro celebre artista di origine bergamasca. I suoi progetti all’avanguardia, tra cui la Fiat 127 e numerosi oggetti di arredamento d’interni di Floss, Kartell e Alessi, hanno lasciato il segno nella storia del design.