STRACHITUNT D.O.P.

STRACHITUNT D.O.P.

Descrizione

Il viaggio dello Strachitunt è anche simbolico. Nel corso dei secoli ha compiuto un’ascesa sociale notevole: da formaggio “fatto con gli avanzi” e consumato nelle famiglie dei casari, a formaggio raro, pregiato e richiestissimo, perché è buono.

Nasce infatti per non sprecare gli scarti della lavorazione dello stracchino: quando la cagliata era troppo poca per fare un’intera forma, la si lasciava appesa in un telo di tessuto, aspettando la cagliata successiva. Veniva poi composta una forma a cinque strati, alternando la cagliata fresca a quella del giorno prima, sapientemente sbriciolata e poi messa in fascere tonde, in modo da tenere la produzione “a due paste” distinta e riconoscibile da quelle degli stracchini quadrati a pasta unica.

Ecco perché si chiama strachitunt cioè “stracchino tondo”.


Lo strachitunt è un formaggio blu: le muffe che lo attraversano sono infatti anche di questo bel colore. È l’antenato del gorgonzola e rientra nella famiglia degli stracchini; a pasta cruda, viene prodotto con latte vaccino intero crudo di due mungiture, e viene stagionato per minimo 75 giorni.

La lavorazione prevede che la crosta della forma sia forata per far entrare l’ossigeno e far sviluppare le muffe, questo conferisce le caratteristiche strisce verde-blu: ecco perché viene chiamato formaggio a pasta erborinata (termine che deriva da erborin, in dialetto lombardo “prezzemolo”).

La crosta ha un colore giallo rossastro; è rugosa e asciutta e presenta i segni delle forature. Il sapore dello Strachitunt varia a seconda della stagionatura: più si prolunga, più sentirai un leggero retrogusto amaro, molto apprezzato dagli intenditori di formaggi blu. Con stagionature brevi, invece, il gusto dolce della pasta è predominante e rende il prodotto molto delicato. Odore e aroma ti ricorderanno latte cotto, burro, funghi con persistenza gusto olfattiva elevata.

È un’esperienza da non perdere quella di gustare lo Strachitunt al naturale.
In cucina è ingrediente di risotti, crespelle, ripieno di ravioli, salsa per carni e del chissöl, la pallina di polenta ripiena di formaggio.

Lo Strachitunt segue un severo disciplinare di produzione per avere il marchio D.O.P.: il latte deve provenire da bovini allevati in aziende della zona di produzione e appartenere a vacche di razza bruno alpina per almeno il 90% del totale; le mucche devono essere allevate con erba e fieno per il 65% del totale, provenienti per il 90% dalla zona dello Strachitunt. È vietato l’uso di insilati di mais e la totale o parziale scrematura.

Continua

Il viaggio dello Strachitunt è anche simbolico. Nel corso dei secoli ha compiuto un’ascesa sociale notevole: da formaggio “fatto con gli avanzi” e consumato nelle famiglie dei casari, a formaggio raro, pregiato e richiestissimo, perché è buono.

Nasce infatti per non sprecare gli scarti della lavorazione dello stracchino: quando la cagliata era troppo poca per fare un’intera forma, la si lasciava appesa in un telo di tessuto, aspettando la cagliata successiva. Veniva poi composta una forma a cinque strati, alternando la cagliata fresca a quella del giorno prima, sapientemente sbriciolata e poi messa in fascere tonde, in modo da tenere la produzione “a due paste” distinta e riconoscibile da quelle degli stracchini quadrati a pasta unica.

Ecco perché si chiama strachitunt cioè “stracchino tondo”.


Lo strachitunt è un formaggio blu: le muffe che lo attraversano sono infatti anche di questo bel colore. È l’antenato del gorgonzola e rientra nella famiglia degli stracchini; a pasta cruda, viene prodotto con latte vaccino intero crudo di due mungiture, e viene stagionato per minimo 75 giorni.

La lavorazione prevede che la crosta della forma sia forata per far entrare l’ossigeno e far sviluppare le muffe, questo conferisce le caratteristiche strisce verde-blu: ecco perché viene chiamato formaggio a pasta erborinata (termine che deriva da erborin, in dialetto lombardo “prezzemolo”).

La crosta ha un colore giallo rossastro; è rugosa e asciutta e presenta i segni delle forature. Il sapore dello Strachitunt varia a seconda della stagionatura: più si prolunga, più sentirai un leggero retrogusto amaro, molto apprezzato dagli intenditori di formaggi blu. Con stagionature brevi, invece, il gusto dolce della pasta è predominante e rende il prodotto molto delicato. Odore e aroma ti ricorderanno latte cotto, burro, funghi con persistenza gusto olfattiva elevata.

È un’esperienza da non perdere quella di gustare lo Strachitunt al naturale.
In cucina è ingrediente di risotti, crespelle, ripieno di ravioli, salsa per carni e del chissöl, la pallina di polenta ripiena di formaggio.

Lo Strachitunt segue un severo disciplinare di produzione per avere il marchio D.O.P.: il latte deve provenire da bovini allevati in aziende della zona di produzione e appartenere a vacche di razza bruno alpina per almeno il 90% del totale; le mucche devono essere allevate con erba e fieno per il 65% del totale, provenienti per il 90% dalla zona dello Strachitunt. È vietato l’uso di insilati di mais e la totale o parziale scrematura.

Dove puoi trovare questo prodotto

Stagionalità

Si produce tutto l’anno solo nei comuni di Blello, Gerosa, Taleggio, Vedeseta.

Abbinamenti

Moscato Scanzo D.O.C.G.
Valcalepio D.O.C. Moscato passito
Valcalepio D.O.C. rosso riserva