Agrì di Valtorta

Agrì di Valtorta

Descrizione

Viene chiamato il “formaggio delle donne di Valtorta”. Sai perché? Un tempo veniva fatto solo dalle donne, probabilmente a causa della lunga lavorazione che richiede (tre giorni).

La storia dell’Agrì comincia a Valtorta, piccolo centro della Val Brembana: quando i collegamenti con il fondovalle erano tutt'altro che agevoli, le donne impastavano quella che veniva chiamata "pasta di agro" perché leggermente acidula e la portavano a piedi sui sentieri della montagna dentro gerle e fagotti.

Percorrevano parecchia strada, arrivando fino alla vicina Valsassina a Barzio (passando per Ceresola e i Piani di Bobbio), dove vendevano la pasta ai commercianti di formaggio che la utilizzavano per fare dei formaggini, molto simili a quelli che trovi oggi.


L’Agrì è un formaggio di latte di vacca piccolo, fresco e piacevolmente acidulo. Oggi nella vallata di Valtorta ci sono ancora 12 piccoli allevatori -ognuno dei quali possiede 10, 12 vacche- che conferiscono il latte crudo alla piccola cooperativa del paese, unico laboratorio di produzione.

Il primo giorno di lavorazione si procede alla coagulazione del latte con poco agro (il siero del giorno precedente) e poco caglio e si lascia riposare.

Il secondo giorno si pone la cagliata in teli di lino che si lasciano appesi per far sgrondare il siero. Il terzo giorno la si mette in fascere per 24 ore ed infine si impasta con il sale e si forma in piccoli cilindretti. Tanto lavoro se si pensa che poi bisogna aspettare almeno 8 giorni di maturazione!

In bocca all’iniziale dolcezza sentirai seguire acidità e sapidità. L’aroma dell’Agrì, inizialmente acido lattico acido-cagliata, si evolve in sentore di burro fuso, erba, fieno e se stagionato presenta note di fungo, tostato e frutta secca-nocciole. Ha una struttura poco adesiva e una buona solubilità con persistenza gusto olfattiva media.

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Viene chiamato il “formaggio delle donne di Valtorta”. Sai perché? Un tempo veniva fatto solo dalle donne, probabilmente a causa della lunga lavorazione che richiede (tre giorni).

La storia dell’Agrì comincia a Valtorta, piccolo centro della Val Brembana: quando i collegamenti con il fondovalle erano tutt'altro che agevoli, le donne impastavano quella che veniva chiamata "pasta di agro" perché leggermente acidula e la portavano a piedi sui sentieri della montagna dentro gerle e fagotti.

Percorrevano parecchia strada, arrivando fino alla vicina Valsassina a Barzio (passando per Ceresola e i Piani di Bobbio), dove vendevano la pasta ai commercianti di formaggio che la utilizzavano per fare dei formaggini, molto simili a quelli che trovi oggi.


L’Agrì è un formaggio di latte di vacca piccolo, fresco e piacevolmente acidulo. Oggi nella vallata di Valtorta ci sono ancora 12 piccoli allevatori -ognuno dei quali possiede 10, 12 vacche- che conferiscono il latte crudo alla piccola cooperativa del paese, unico laboratorio di produzione.

Il primo giorno di lavorazione si procede alla coagulazione del latte con poco agro (il siero del giorno precedente) e poco caglio e si lascia riposare.

Il secondo giorno si pone la cagliata in teli di lino che si lasciano appesi per far sgrondare il siero. Il terzo giorno la si mette in fascere per 24 ore ed infine si impasta con il sale e si forma in piccoli cilindretti. Tanto lavoro se si pensa che poi bisogna aspettare almeno 8 giorni di maturazione!

In bocca all’iniziale dolcezza sentirai seguire acidità e sapidità. L’aroma dell’Agrì, inizialmente acido lattico acido-cagliata, si evolve in sentore di burro fuso, erba, fieno e se stagionato presenta note di fungo, tostato e frutta secca-nocciole. Ha una struttura poco adesiva e una buona solubilità con persistenza gusto olfattiva media.

Dove puoi trovare questo prodotto

Stagionalità

Viene prodotto tutto l’anno.

Abbinamenti

Terre del Colleoni D.O.C.  bianco Incrocio Manzoni o Moscato giallo; Terre del Colleoni D.O.C. spumante; Moscato di Scanzo D.O.C.G. ; abbinamento azzardato ma prediletto da alcuni sommelier.

Curiosiità

Dove puoi assaggiare l’Agrì di Valtorta elaborato in piatti della tradizione

Molte le proposte: ripieno di cannelloni, condimento di lasagne, salsa di carni bianche o pesci oppure torte salate: è da gustare inizialmente “nudo e crudo”!